La Stampa, 3 aprile 2015
Se Italiana Costruzioni non consegna in tempo Padiglione Italia perde il 20% della commessa. Si corre con una pistola alla tempia caricata ad euro nel sito di Expo 2015 che si inaugura tra 28 giorni. Giuseppe Sala, il commissario unico, ci mette la faccia: «Se non arriveremo in tempo il primo maggio ci sarà un solo colpevole. Sono io. Ma sono tranquillo»
Se Italiana Costruzioni non consegna in tempo Padiglione Italia, perde il 20% della commessa. Si corre con una pistola alla tempia caricata ad euro nel sito di Expo 2015 che si inaugura tra 28 giorni. Giuseppe Sala il commissario unico ci mette la faccia: «Se non arriveremo in tempo il primo maggio ci sarà un solo colpevole. Sono io. Ma sono tranquillo». Per fare in fretta e non fare una figuraccia cosmica si dà una ritoccatina alle commesse. Il governo ci aveva messo 63 milioni. Il costo totale della costruzione e dell’allestimento, senza contare la gestione, sarà di 92 milioni. Gli sponsor mettono tanto. L’obiettivo per andare in pareggio è vendere almeno 24 milioni di biglietti. Ma a un niente dal via i team di legali di Italiana Costruzioni e di Expo sono riusciti a trovare un accordo dopo 10 ore. Manca il timbro dell’Avvocatura dello Stato e dell’Anac di Raffaele Cantone.L’entità della cifra dell’accordo, Giuseppe Sala non l’ha voluta dire: «In totale ci sono 4 procedimenti aperti con le imprese sui lavori fondamentali: Mantovani, Maltauro, Cmc e Italiana Costruzioni. Spero si definisca tutto entro il primo maggio».
Soldi a parte, solo alla fine si faranno i conti di questa corsa all’ultimo mattone. Il numero uno di Expo fa l’ottimista: «Ritengo che la visita a Palazzo Italia sarà garantita da subito. Più in difficoltà c’è la zona Sud del Cardo dove sono i padiglioni di Coldiretti, Confindustria e delle Regioni, ma stiamo affrontando le criticità una ad una». Non c’è Expo nel mondo che sia finita in tempo. Quella italiana del 1905 l’hanno fatta addirittura l’anno dopo perchè il Traforo del Sempione non era finito. Tra uffici e spazi espositivi, nel caso saranno i primi ad essere sacrificati. Se dovesse mancare qualcosa, assicura Giuseppe Sala, non sarà così decisivo: «Il ristorante di Casa Italia si farà. È a rischio l’auditorium, ma abbiamo altri spazi di questo tipo». Di sicuro non si potrà fare a meno dei collaudi. L’autocertificazione sarà valida solo per le strutture temporanee. A questo punto non sono ammessi cedimenti, parola di Giuseppe Sala: «Sono costernato dal clima che si è creato attorno all’evento. Se devo fare una scommessa dico che tutti arriveranno in tempo in base a quello che vedo e alle rassicurazioni che ho avuto».