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 2015  aprile 03 Venerdì calendario

Milan, Berlusconi è a un passo dalla cessione. Ma pare che il Cav. sia indeciso: non sa se dare il club ai thailandesi che si prenderebbero il 65% o ai cinesi che sono saliti al 75%. Intanto Barbara se ne va alle Maldive

L’era Berlusconi al Milan è davvero agli sgoccioli. Le trattative per la vendita sono ormai così scoperte che le smentite sono sempre più deboli. E il Milan in salsa thailandese è pronto per essere servito in tavola. Nelle ultime due settimane mister Bee Taechaubol, il finanziere di Bangkok a capo di una cordata finanziaria asiatica (in cui figura anche un imprenditore cinese) che vuole sbarcare nel grande calcio europeo, ha forzato i tempi per arrivare a prendere il controllo della società rossonera ben prima della fine del campionato: la scadenza potrebbe essere proprio l’inizio di maggio. All’annuncio dell’accordo finale mancano ormai pochi particolari tecnici. Tanto che nelle ultime ore si erano anche diffuse voci di un imminente sbarco a Milano dell’acquirente: in realtà ieri sera ad Arcore Taechaubol non c’era, ed invece è stato visto uscire a bordo di un’Audi dai vetri oscurati un uomo d’affari, identificato presumibilmente in Richards Lee, noto intermediario di Hong Kong legato alla cordata di imprenditori cinesi che stanno tentando il clamoroso sorpasso. Serve l’arrivo dell’imprenditore thailandese per comporre l’ultimo tassello, non proprio secondario, nel puzzle dell’operazione di compravendita: mettere sul tavolo le credenziali bancarie a sostegno dell’acquisto del club controllato dalla famiglia Berlusconi. Una accelerazione che si spiega appunto con un retroscena finora inedito: la suddetta cordata di imprenditori cinesi sta cercando di inserirsi nella partita e ha a sua volta chiesto di poter esaminare tutti i conti del Milan per arrivare a determinare una proposta di prezzo, pur essendo consapevole che Mister B. (così come è chiamato in Thailandia) rimane avvantaggiato.
Ma andiamo con ordine per capire cosa è accaduto dopo l’ultimo incontro tra Taechaubol e Berlusconi avvenuto poco più di un mese fa ad Arcore. In quell’occasione venne firmato un memorandum di intesa che negli ultimi giorni è stato trasformato in un vero e proprio contratto. Anche qui non mancano le novità: contrariamente a quanto era previsto inizialmente, Mister B. prenderà il controllo del club nel giro di un anno. L’accordo prevede che il finanziere asiatico rilevi da subito il 20 per cento della società per circa 195 milioni, per poi salire al 65 per cento attraverso un aumento di capitale riservato. Complessivamente la società rossonera sarebbe stata valutata attorno ai 950 milioni, a cui si devono aggiungere almeno altri 250 milioni per la copertura dei debiti con le banche, il che porta il tutto a una cifra “monstre” di 1,2 miliardi di euro.
Si tratta di una soluzione che accontenterebbe tutti. La cordata asiatica sale “solo” al 65 per cento: l’investimento perciò inferiore all’ipotesi precedente. Almeno per un anno, inoltre, i vertici attuali della società rimangono in sella: l’ad della parte sportiva Adriano Galliani potrà gestire così anche il prossimo mercato (già avviato da almeno un mese) e concordare con i nuovi soci la scelta del sostituto di Inzaghi, mentre l’ad alla parte commerciale Barbara Berlusconi conserverebbe sia il ruolo di responsabile del marketing sia quello cruciale del progetto stadio che il Milan vorrebbe costruire nell’area della vecchia Fiera di Milano, al quartiere Portello, sempre che il Comune lo ritenga compatibile con un quartiere già molto urbanizzato. Il fatto che il destino del Milan dei prossimi anni sia, in pratica, già tracciato sarebbe confermato dalla partenza della stessa Barbara Berlusconi da Milano: in questi giorni sarà tranquillamente in vacanza alle Maldive. Quanto a Galliani, si sarebbe ormai arreso al passaggio di consegne, consapevole della necessità che anche il Milan per il suo rilancio prenda atto delle nuove realtà economiche mondiali.
Rimane, sullo sfondo, l’incognita degli eventuali concorrenti cinesi, la cui identità rimane per il momento coperta. Non ne fa parte il gruppo Hangzhou Wahaha Group, leader in Cina nella produzione di bevande, che ieri ha smentito di aver presentato una offerta per rilevare il 75 per cento del Milan. Ma i gruppi in grado di sborsare la cifra che chiede Berlusconi pur di salire sul palcoscenico del calcio che conta, nell’ex Celeste Impero di certo non mancano.