La Stampa, 2 aprile 2015
Scoppia il caso del presunto video che riprenderebbe gli ultimi istanti del volo Germanwings precipitato contro le Alpi il 24 marzo scorso. «Non esiste» dicono gli inquirenti, «È autentico» replicano Bild e Paris Match
Mentre il numero delle vittime tedesche è stato corretto dal ministero degli Esteri a ribasso, da 75 a 72, scoppia il caso del presunto video che riprenderebbe gli ultimi istanti del volo Germanwings precipitato contro le Alpi il 24 marzo scorso. Gli inquirenti francesi hanno chiesto che i giornalisti di Bild e Paris Match che ne hanno descritto i contenuti (senza diffonderlo) glielo consegnino. E in ogni caso, smentiscono che si possa trattare di materiale raccolto sul luogo del disastro.
«Se una persona possedesse un video del genere, dovrebbe consegnarlo immediatamente agli inquirenti», ha dichiarato il capo della procura di Marsiglia, Brice Robin. Da martedì sera, quando i due giornali hanno raccontato gli agghiaccianti contenuti del video, Robin continua a dire di non saperne nulla.
Il botta e risposta
I giornalisti si difendono sostenendo di aver ricevuto il video, ripreso con un telefonino dalle ultime file dell’aereo, da «ambienti della procura» che stanno esaminando i resti dell’Airbus A-320 rinvenuti sul luogo della sciagura. Ma Jean-Marc Ménichini, della gendarmeria francese, ha smentito. In un’intervista alla Cnn ha sostenuto che i telefonini non sono ancora stati analizzati. E ha aggiunto che sono stati spediti, per un ulteriore esame, in un centro specializzato di Rosny-sous-Bois, vicino a Parigi. Inoltre, il capo degli inquirenti, Robin, ha detto anche che i telefonini sono in uno stato talmente pessimo che «non so se riusciremo a esaminarli».
Intanto i vertici di Lufthansa si sono recati sul luogo della tragedia. E a Seyne-les-Alpes, i capi della principale compagnia aerea tedesca e della sua controllata, Germanwings, Carsten Spohr e Thomas Winkelmann, hanno spiegato che ci vorrà ancora «molto tempo» per capire cosa è accaduto sul volo precipitato una settimana fa. Spohr ha anche promesso sostegno alle famiglie delle vittime: «Non aiutiamo soltanto questa settimana. Aiuteremo finché servirà. Tuttavia, l’amministratore delegato di Lufthansa non ha voluto rispondere a domande sulla salute mentale di Andreas Lubitz, il copilota che ha provocato la tragedia, stando alle informazioni raccolte ad oggi. Dal 24 marzo ad oggi, le informazioni sul suo stato mentale sono arrivate dalle fonti ufficiali, l’azienda e gli inquirenti, a puntate e in modo incompleto. A volte, anche contraddittorio. Solo martedì Lufthansa ha ammesso che Lubitz li aveva informati dei suoi problemi di depressione, sei anni fa. Successivamente ha superato tutti i test psicologici per essere ammesso come pilota a Germanwings.