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 2015  aprile 02 Giovedì calendario

Ieri la Grecia ha presentato l’ennesimo pacchetto dettagliato di riforme con l’obiettivo di raccogliere sei miliardi. Ora la palla passa in mano a Bruxelles che spera di trovare un’intesa entro fine aprile

Nell’ambito delle difficili trattative tra la Grecia e i suoi creditori e nell’ottica di strappare al più presto nuovi aiuti finanziari, il governo greco ha presentato ieri ai partner della zona euro un piano di misure economiche. Il documento di 26 pagine è finora lo sforzo più evidente di Atene di convincere i suoi creditori a continuare ad aiutare il paese, ma l’assenza di riforme profonde nel sistema pensionistico e nel diritto del lavoro fa pensare a negoziati ancora lunghi.
Il governo greco prevede tra le altre cose sforzi nella lotta all’evasione fiscale delle entità off-shore, la vendita di frequenze televisive (350-380 milioni di euro nel 2015 ), nuove privatizzazioni (1,5 miliardi di euro sempre nel 2015), la tassazione di giochi online (125-175 milioni di euro nei primi 12 mesi dall’adozione), e l’introduzione di biglietti elettronici nei musei e nei siti archeologici (5-10 milioni di euro sempre nel 2015). Atene stima il nuovo gettito per quest’anno a sei miliardi di euro.
Il piano presentato ieri, e che è strettamente legato – secondo lo stesso ministero delle Finanze ad Atene – all’accordo con i creditori nell’Eurogruppo del 20 febbraio scorso, non è banale. C’è l’evidente desiderio del governo di convincere i suoi partner della serietà della sua politica economica. In una breve introduzione, l’esecutivo assicura che la Grecia si considera «un membro orgoglioso e irrinunciabile dell’Unione europea» e «un membro irrevocabile della zona euro».
Il documento, ottenuto in prima battuta dal Financial Times, contiene 17 capitoli, compresa la conclusione. Al di là del bilancio, il piano prevede misure nel sistema previdenziale, nel mercato del lavoro, nel sistema giudiziario, nel campo dell’energia e dell’ambiente, nel settore bancario, in campo imprenditoriale, nell’amministrazione pubblica, nelle imprese statali, e nella gestione del bilancio pubblico. Per ogni misura, il documento precisa «la situazione attuale» e «le misure proposte».
In molti casi, le scelte sono in linea con le attese dei creditori, che vogliono una modernizzazione dell’economia greca, in modo da rilanciare la crescita economica, rendere il debito pubblico sostenibile (oggi oscilla intorno al 175% del Pil), e facilitare in ultima analisi il rimborso dei prestiti ottenuti finora dalla comunità internazionale. I partner europei della Grecia dovranno però verificare se le stime sulle entrate fiscali sono realistiche, se le misure sono in effetti utili, e soprattutto pienamente adottate.
Peraltro, vi sono aspetti controversi. A proposito della funzione pubblica, il documento spiega che «il personale rimarrà in servizio, ma le posizioni verranno riorganizzate». Non sembra quindi che il governo sia pronto a ridurre ulteriormente l’amministrazione statale, ritenuta da molti pletorica. Inoltre, l’esecutivo, che stima le sue necessità finanziarie a 19 miliardi di euro nel 2015, intende prorogare fino al 28 febbraio 2016 la copertura sanitaria «per quelle categorie di persone che l’hanno persa».
Nel contempo, lo stesso governo vuole aumentare gradualmente il salario minimo; riadottare parzialmente la contrattazione collettiva; e reintrodurre un tredicesimo mese di pensione per i pensionati meno ricchi. Atene prevede un attivo di bilancio, grazie alle misure elencate, del 3,9% del Pil, rispetto a un obiettivo dei creditori del 3,0%. Ieri, dopo l’invio di questo piano, non emergeva l’idea di una brusca accelerazione dei negoziati. La previsione di molti a Bruxelles è di trovare una intesa entro fine aprile.