la Repubblica, 2 aprile 2015
Il sequel segreto di “Millennium” con la sorella di Lisbeth Salander. Lo ha scritto David Lagercrantz, autorizzato dagli eredi di Stieg Larsson. Riserbo totale sulla trama, traduttori segreti. Ma la vedova dello scrittore protesta: «Una vergogna»
Silenzio. Non una parola sulla trama, pochissime sui personaggi, ancora meno sull’ambientazione. Veleni sull’autore che ha accettato di scrivere il romanzo e sull’editore che lo ha commissionato. Polemiche sull’operazione editoriale, ansia da spoiler alle stelle. Il quarto volume della serie Millennium, fenomeno da 80 milioni di copie, è classificato come Top Secret. E tale resterà fino al 27 agosto quando il romanzo uscirà in contemporanea mondiale in 32 paesi. Una segretezza che non ha paragoni neanche con quella che ha sempre accompagnato le uscite di Harry Potter o dei romanzi di Dan Brown: in quel caso gli “accordi di non divulgazione” erano solo una questione commerciale.
Qui si intrecciano con la storia di Stieg Larsson, l’autore svedese della saga scomparso per un attacco cardiaco nel 2004. E con la lotta per la sua eredità: da una parte il padre e il fratello, riconosciuti da un tribunale come unici eredi dei diritti e dall’altro la compagna di una vita, Eva Gabrielsson, che considera il romanzo un affronto alla memoria dello scrittore e una operazione per fare soldi.
L’universo nero, i personaggi violenti e controversi di Millennium tornano a dieci anni esatti dalla pubblicazione del primo volume, Uomini che odiano le donne, per mano di David Lagercrantz, giornalista e scrittore svedese, famoso in Italia per aver scritto la biografia del calciatore Zlatan Ibrahimiovic. Vive a Södermalm, a pochi passi da molte delle vie e dei luoghi citati nella saga, e si è occupato di cronaca nera per il quotidiano Expressen. A dicembre del 2013 si è buttato anima e corpo nella stesura del romanzo. «Stieg Larsson è stato un maestro nella creazione di una narrazione complessa ricca di storie parallele. Nel suo modo di scrivere c’è qualcosa di giornalisticamente autorevole. Ho capito molto presto che se avessi cercato di imitarlo sarei risultato patetico». E poi, difficoltà di stile a parte, non avrebbe saputo dove andare a parare. Anche se molto si è detto sulle intenzioni dell’autore, la realtà è che non ha lasciato alcuna indicazione scritta. Non ne ha avuto il tempo: quando l’infarto lo ha ucciso stava lavorando a una bozza di romanzo, un altro capitolo della serie che forse progettava divisa in dieci atti. Si tratta di duecento pagine custodite nel computer della Gabrielsson, lette solo da lei e mai consegnate ai famigliari.
Lagercrantz ha scritto il romanzo in un anno, senza concedere interviste, se non quelle autorizzate dalla manager Eva Gedin. Non solo: ha dovuto lavorare isolato dal mondo, su un computer senza connessione a Internet per evitare che qualcuno facesse a lui quello che Lisbeth aveva fatto al finanziere Wennerstrom nel primo capitolo di Millennium: scaricare il suo hard disk per tirare fuori dai guai il giornalista Mikael Blomkvist. Una volta scritta l’ultima parola Lagercrantz è entrato nella casa editrice con il manoscritto sottobraccio. Questo è stato stampato e distribuito agli editori di mezzo mondo via corriere, dopo che tutti avevano accettato la clausola di segretezza: non rivelare alcun particolare se non quelli decisi a tavolino in Svezia, non fare circolare copie pilota del romanzo e non scrivere schede destinate ai librai. Nulla di quello che di solito viene fatto per promuovere un romanzo. Tanto, in casi come questi, la segretezza è la migliore pubblicità. «Mi è arrivato un mese fa – racconta Francesca Varotto, editor della narrativa straniera di Marsilio, l’editore italiano – con l’obbligo di non dire una parola. Sia io che il traduttore siamo costretti a lavorare su carta: non possiamo spedire niente per mail e neanche trasferirlo su chiavetta».
Solo sul titolo e sulla copertina può permettersi qualche confidenza: «Siamo indecisi tra il titolo dell’edizione inglese, The Girl in the Spider’s Web, e quello svedese che può essere tradotto come Quello che non ci uccide. Il dibattito è aperto, ma siamo sbilanciati sul titolo originale». Per la cover ci vorrà ancora qualche settimana. Di certo ci sono i personaggi che hanno fatto la fortuna della trilogia: «Oltre a Lisbeth e Blomkvist – spiega Varotto – tornano la giornalista Erika Berger e Holger Palmgren», l’uomo che la protagonista considerava una specie di padre, il tutore buono costretto da un ictus a farsi da parte, lasciandola nelle mani del sadico Nils Bjurman. E poi l’ispettore Jan Bublanski e la sua collaboratrice Sonja Modig, il poliziotto senza speranza Hans Faste, lo zelante pubblico ministero Richard Ekström, Plague della Repubblica degli hacker. «E soprattutto Camilla, la sorella gemella di cui si è molto parlato, ma che non era mai entrata in scena». Ci sono poi personaggi nuovi: Ed The Ned, dell’Agenzia per la sicurezza nazionale del Maryland, Frans Balder, matematico tornato a casa dalla Silicon Valley e Gabriella Grane, scaltra fanciulla dell’alta società, finita ai Servizi segreti svedesi.
Nonostante i principali quotidiani del mondo si siano gettati sulle tracce di Lisbeth, nessuno è riuscito a sapere quali computer violerà e che piega prenderà il suo rapporto con Blomkvist. Di certo l’azione si svolgerà a Stoccolma e nei suoi dintorni. «Per il lettore sarà come tornare a casa, Lagercrantz è stato molto intelligente», ha detto l’editor inglese MacLehose. «Più che altro furbo», ha commentato a una agenzia di stampa Eva Gabrielsson, per trentadue anni compagna di Larsson. «Di cosa stiamo parlando? Questo è solo un modo per fare soldi. È tutto sbagliato, anche la scelta dell’autore: Stieg era un giornalista di sinistra e un attivista. Lagercrantz ha un background diverso, per lui è sempre stato tutto facile». E in ogni caso l’autore di Millennium quando era in vita non ha mai affidato i suoi testi a nessuno: «Si sarebbe infuriato solo all’idea. Chissà, forse manderà un fulmine al lancio del libro». Il 27 di agosto in 32 paesi, anche in Italia.