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 2015  aprile 02 Giovedì calendario

«La Terra è diventata più verde». Ecco il paradosso dell’effetto serra. Una nuova mappa satellitare mostra che in 10 anni le foreste sono aumentate del 10,7%: in Africa Australia e Cina

La terra è diventata più verde. Negli ultimi dieci anni gli occhi dei satelliti hanno registrato un aumento della vegetazione sul pianeta del 10,7%. Mentre l’uomo continua a divorare foreste in Brasile e Indonesia, la natura si prende la rivincita nelle terre agricole abbandonate in Russia. L’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera fa paradossalmente accelerare il ciclo vitale delle piante e un periodo di pioggia abbondante ha rinvigorito la vegetazione in Africa meridionale e Australia settentrionale. Soffrono le foreste delle aree temperate di Canada e Stati Uniti, intaccate da insetti e incendi. Ed è la Cina a classificarsi come il paese più amico del verde, grazie ai suoi vastissimi programmi di rimboschimento.
La mappa del pianeta verde arriva dall’università del Nuovo Galles del Sud ed è pubblicata su Nature Climate Change.
A differenza degli studi del passato che misuravano l’estensione della vegetazione, i ricercatori oggi hanno registrato dallo spazio l’emissione di microonde del pianeta. Foreste, savane, praterie e macchie mediterranee sono state “pesate” tutte insieme in base al loro contenuto in carbonio. Tra luci e ombre, il bilancio del verde sul pianeta è di un aumento di 3,9 miliardi di tonnellate di carbonio tra il 2003 e il 2012 rispetto a un punto di partenza di 362 miliardi.
Le foreste rappresentano due terzi della vegetazione terrestre, le savane il 17%. Nel loro complesso, le piante assorbono il 25% dei gas serra emessi dall’uomo. Una quantità più o meno simile viene catturata dagli organismi marini, con un bilancio ben lontano dall’equilibrio. Anche perché, sottolinea uno degli autori dello studio, Yi Liu, «l’aumento del verde è dovuto in parte a circostanze fortunate. La vegetazione si è estesa nelle savane di Australia, Africa e Sudamerica per un aumento delle precipitazioni». Un periodo di siccità prolungata potrebbe cancellare tutti i progressi proprio mentre nelle aree tropicali ruspe e motoseghe proseguono il loro lavoro, soprattutto ai bordi dell’Amazzonia e nelle provincie di Sumatra e Kalimantan, la parte indonesiana dell’isola del Borneo. Anche se il Brasile negli ultimi dieci anni è riuscito a mettere le redini alla deforestazione selvaggia, l’ultimo mezzo secolo ha visto ridursi di un quinto il polmone verde del pianeta.
«Nel nord di Cina e Russia l’aumento della vegetazione è legato al riscaldamento del pianeta» spiega Marco Bindi, climatologo dell’università di Firenze. «Bastano pochi centesimi di grado in più per far crescere gli alberi a latitudini più alte. L’assorbimento di anidride carbonica da parte delle piante aumenta, ma allo stesso tempo il permafrost si scioglie. Il carbonio che era intrappolato nel suolo non ha più un tappo che lo trattenga e viene emesso in atmosfera».
Come nel resto del mondo, anche in Europa le foreste si stanno allargando: coprono il 40% del territorio, sono cresciute in superficie del 9% tra il 1990 e oggi e assorbono il 9% dell’anidride carbonica emessa dall’uomo nel continente. Uno studio sull’ultimo numero di Nature si concentra sullo stato del verde europeo. Piermaria Corona, uno degli autori, direttore del Centro di ricerca per la silvicoltura del Consiglio per la ricerca in agricoltura e docente di assestamento forestale all’università della Tuscia, spiega: «Le foreste in Europa sono ricche in biodiversità, ma stanno invecchiando. La principali minacce arrivano dalle attività umane e dai fenomeni meteo estremi». In Italia, dove i boschi coprono già un terzo del territorio, ogni anno gli alberi guadagnano 28mila ettari. «Ricolonizzano i terreni in collina o in alta montagna abbandonati dagli uomini» spiega Corona. Che apprezza il grande lavoro di rimboschimento fatto dai cinesi, ma fa anche notare: «In termini di ricchezza dell’habitat, una foresta naturale non potrà mai essere rimpiazzata da un pioppeto commerciale. Una foresta è molto di più di un ammasso di legna».