Corriere della Sera, 31 marzo 2015
Correre a 37 chilometri all’ora con un pallone tra i piedi. È Gareth Bale il Bolt del calcio. E il velocista Giamaicano fa sapere: «Se Gareth vuole, posso dargli una mano a migliorare ancora»
Chi è il Bolt del calcio del Terzo millennio? Risposta semplice: Gareth Bale, 25 anni, ex Tottenham, acquistato dal Real nel 2013 per 109 milioni di euro, non ha rivali quando corre con la palla al piede. Secondo uno studio messicano, sotto l’egida della Fifa, l’«espresso di Cardiff» è in grado di raggiungere una velocità di punta di 36,9 km orari. Non male, visto che Bolt nei 100 metri più veloci della storia (9”58, Berlino, 16 agosto 2009) ha corso ad una media di 37,57 km orari, toccando i 44,72 km/h fra i 60 e gli 80 metri. Grande appassionato di calcio (e tifo del Manchester United), la freccia giamaicana non si è tirata indietro: «Se Gareth vuole, posso dargli una mano a migliorare ancora». La massima dimostrazione di forza da parte di Bale risale al 15 aprile 2014, quando nella sfida di Coppa del Re con il Barcellona (a Valencia) aveva segnato un gol straordinario (con tanto di uscita dal campo), coprendo 59,1 metri in appena 7”04.
Il 20 ottobre 2010, a San Siro (Inter-Tottenham 4-3) Bale aveva segnato tre gol e nella progressione del 4-1, prima di andare al tiro, Bale aveva percorso 59 metri in 6”67, un tempo che, se fosse stato rapportato a una pista indoor, avrebbe significato correre i 60 in 7”. Il segreto di Bale è nel rapporto altezza/peso (m 1,84 per 76 chili), nel mix tra forza veloce e resistenza, nella sua capacità di compiere azioni di altissima intensità, recuperando lo sforzo in pochi secondi.
Alle spalle di Bale, c’è il messicano (con passaporto anche tedesco) Jurgen Damm, ala destra del Pachuca, 22 anni, fresco di convocazione nella Tricolor (velocità di punta 35,25 km/h)e a completare il podio Antonio Valencia, esterno ecuadoriano del Manchester United (35,1 km/h). Nella lista dei dieci più veloci calciatori ci sono Cristiano Ronaldo (33,6 km/h, quinto posto) e Wayne Rooney (31,2 km/h, ottavo posto) che stasera giocherà contro l’Italia a Torino, così come Theo Walcott (Arsenal), che occupa la sesta posizione (33,6 km/h), più veloce anche di Leo Messi (settimo, 32,5 km/h).
Chissà che posto avrebbe avuto in una classifica del genere Francisco Gento, l’unico del Grande Real ad aver vinto sei Coppa dei Campioni (cinque consecutive, 1956-1960 più quella del 1966) e il solo con Paolo Maldini ad aver giocato otto finali. Gento, classe 1933, giocava all’ala sinistra e si diceva che corresse i 100 metri in 11”; la sua qualità migliore era quella di essere veloce, ma senza mai perdere il controllo del pallone, con la linea esterna del campo che per lui era la corsia di un centista. Helenio Herrera chiedeva ai suoi di «pensare velocemente, correre velocemente, giocare velocemente». Ed è per questo che in squadra aveva voluto un’ala destra come Jair Da Costa: buttava il pallone avanti e sulla velocità non lo batteva nessuno. Senza dimenticare Ronaldo, il brasiliano: al Barcellona o nel suo primo anno di Inter, quando partiva palla al piede, non lo fermava nessuno. Via col vento.