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 2015  marzo 31 Martedì calendario

Le evoluzioni del volo. Da quando si saliva in aereo senza controlli all’11 settembre, passando dai dirottamenti terroristici, alle bombe nelle valige per finire a fare code interminabile per passare i raggi X. E dire che basta nascondere un certificato perché un pilota depresso diventi il Padreterno

Caro Augias,
volo Alitalia interno, Airbus A320 (sì, quello), ho in mano i racconti di Cechov, medico di talento. Sono nella fila dell’uscita di sicurezza: la scelgo per farci stare i femori. L’imbarco dei 150 è laborioso e mesto; mentre saliamo vedo uno dei due piloti azzannare un panino, buon segno. Uno steward con accento straniero nota che la vecchia cinese della fila 11 ha un bastone, piccolo come lei. Non potrebbe stare lì. Anche la fila 11 è quella del portellone di sicurezza. Chi sta in queste file deve essere deambulante e parlare bene la lingua della compagnia o l’inglese (le compagnie serie fanno un breve test linguistico per accertare che sappia collaborare in caso di evacuazione). Lo steward chiama due colleghi. L’aereo è già in ritardo. I due italiani ammiccano, uno prende il bastone e lo nasconde nella cappelliera, sorridendo all’ottuagenaria claudicante che non capisce una sillaba, ma sorride, in cinese. Ecco la sicurezza in aereo. Nascondi il bastone e la cinese con la coxartrosi diventa una pimpante orientale dall’italiano fluente. Nascondi un certificato e un pilota depresso diventa il Padreterno. Stavo leggendo La signora col cagnolino, ora davanti a me ho la signora col bastoncino.
Gabriele Bronzetti

Si potrebbe raccontare una storia del progressivo deterioramento dei nostri tempi attraverso i mutamenti avvenuti nel trasporto aereo. Chi è carico d’anni come me ricorda i voli liberi degli anni Sessanta quando si saliva in aereo senza controlli. A New York c’era l’aereo navetta con Washington dove salivi, facevi il biglietto a bordo come sull’autobus e quand’era pieno si partiva. Ricordo i voli in cui la porta della cabina di pilotaggio (il famoso cockpit) restava aperta durante tutto il volo. Credo che venisse chiusa solo in fase d’atterraggio data la delicatezza della manovra. I controlli serrati sono cominciati dopo la guerra del 1973 in Medio Oriente a seguito di vari dirottamenti e attentati e dopo che un terrorista palestinese aveva affidato a una povera ragazza un registratore da portare a qualcuno. Dentro c’era una bomba; la notte d’amore con quel bel ragazzo la poveretta la pagò con la vita. Noi con le lunghe file per controllare ai raggi X i bagagli: via la cintura, via le scarpe, via la giacca. L’11 settembre i terroristi irruppero nella cabina dei piloti e dirottarono gli aerei; successe quello che tutti abbiamo visto. Il XXI secolo si apriva con spettacolari, inimmaginabili, scene di terrore. Dopo il volo Germanwings sappiamo che nemmeno questo basta più; bisogna imparare a difendersi dall’interno dopo aver studiato ogni misura per difendersi dall’esterno. La storia raccontata dal dottor Bronzetti resta però esemplare: la bonomia mediterranea attutisce ogni più rigida disposizione, si tratti di naturale gentilezza o di semplice incoscienza.