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 2015  marzo 31 Martedì calendario

Ogni anno passiamo quattro giorni e quattro notti imbottigliati nel traffico. Roma conquista la vetta della classifica del tempo perso in auto, ma anche Milano non scherza. Peggiorano anche Catania e Palermo

Quattro giorni e quattro notti persi ogni anno sull’asfalto. Buttati via, sprecati, bruciati al volante nell’attesa che l’ingorgo si dissolva miracolosamente, imbottigliati nel traffico, perennemente in coda cercando di andare a lavorare o di raggiungere finalmente casa al tramonto.
Questa è la realtà per milioni di romani che, secondo il report mondiale di Tom Tom l’anno scorso hanno trascorso 93 ore col piede continuamente su freno in attesa di trovare una via di fuga, un improvviso e sconosciuto itinerario alternativo tra improperi e rassegnazione. Ad alleviare l’amarezza degli involontari emuli di Luigi Comencini, autore dello storico film “L’ingorgo” del ‘78 che bloccava migliaia di persone sull’Aurelia per 24 ore di fila, la notizia che le altre metropoli italiane con più di ottocentomila abitanti non stanno molto meglio. Anzi. Nonostante la crisi e la pubblicità per l’uso di mezzi pubblici, la situazione peggiora e soprattutto nelle ore di punta trenta minuti persi al giorno sono una triste certezza. I milanesi, nonostante una rete metropolitana capillare, l’anno scorso, forse a causa dei lavori in corso per l’Expo, hanno perso incastrati sul sedile dell’auto ben 87 ore. Non solo il traffico è diventato più intenso e caotico nei momenti di punta mattutini e serali. Se infatti nel 2012 il picco di congestione vedeva un 63% di tempo perso in coda in direzione dell’ufficio, nel 2014 siamo passati al 66, 3% in più di tempo immobilizzati tra le auto anche al ritorno verso casa. Se i romani hanno passato quasi quattro giorni fermi in auto, i napoletani hanno guidato inutilmente per tre giorni e i torinesi per poco più di due e mezzo (66 ore) senza fare un metro.
A fotografare la realtà di chi il traffico lo vive o lo subisce quotidianamente per andare al lavoro, è la ricerca Tom tom traffic index, il barometro mondiale sulla congestione nelle aree urbane basato sul rilevamento dei dati di percorrenza reali in 146 città al mondo raccolti studiando con attenzione oltre 10 trilioni di misurazioni basate sui gps.
E così se la metropoli più congestionata della terra è Istanbul, seguita da Mexico City, Rio e Mosca, Roma si piazza, prima tra le italiane, al 14esimo posto mentre Milano galleggia al 50esimo, Napoli al 53esimo, e Torino al 104esimo posto.
Classifiche basate sull’indice di congestione, ovvero il tempo in più che ci si mette a percorrere un tragitto, ad esempio quello casa-ufficio, a causa del traffico. Il tempo perso, il ritardo accumulato, ormai quasi previsto quotidianamente dal momento in cui si prende la macchina. A Roma infatti non sei ancora partito ma se ti muovi di giorno hai in media la garanzia di aver perso 24 minuti, stando fermo immobile in coda, rispetto allo stesso percorso fatto di sera Torino dove lo scorrimento è più fluido a 17.
La classifica di Tom Tom quest’anno divide le metropoli, quelle con più di 800mila abitanti, dalle altre città più piccole. Altrimenti, con tutta probabilità, Palermo sarebbe ancora una volta stata ai primi posti per caos urbano e ingorghi. Anche il mondo della provincia è infatti ben lontano dalla visione idilliaca del tempo guadagnato, del traffico a misura d’uomo. Il capoluogo siciliano ha infatti un livello di congestione del 42%, il che significa 30 minuti in più al giorno annullati per colpa delle code, a Catania se ne bruciano 18 su mezz’ora di tragitto, mentre sono 15 minuti a Bari, 12 a Genova, Bologna e Firenze. Minuti di vita persa, immobile come davanti ad un semaforo bloccato sul rosso.