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 2015  marzo 27 Venerdì calendario

«Quando Woody Allen si invaghì di me, minorenne». La rivelazione di Mariel Hemingway: «Accadde sul set di Manhattan, avevo 17 anni, poi tentò di portarmi a Parigi»

Un’adolescente inesperta, imbarazzata dai discorsi sul sesso, impacciata al primo bacio. Si ricorda così Mariel Hemingway, nipote del leggendario scrittore Ernest, sul set di Manhattan, film che le valse la candidatura al premio Oscar e che la portò a stringere un «forte legame platonico» con Woody Allen ad appena 17 anni.
«Sul set cominciai a rendermi conto che si era preso una sbandata per me», racconta Hemingway nell’autobiografia Out came the Sun, di prossima pubblicazione. «Non ci feci troppo caso, mi sembrava il tipo di cosa che succedeva spesso allora, quando un uomo di mezza età si trovava attorno ragazze più giovani».
L’anno dopo, quando Mariel aveva raggiunto la maggiore età, Allen cercò di andare oltre. Si palesò un giorno all’improvviso nel ranch dell’Idaho dove l’attrice abitava con i genitori e le chiese di partire con lui per Parigi.
«Spiegai ai miei – scrive Mariel – che non sapevo quale sarebbe stata l’organizzazione a Parigi, che non ero sicura che avrei avuto una camera mia diversa dalla sua, che Woody non aveva mai accennato alla possibilità che dormissimo in camere separate. Speravo che si sarebbero opposti, che mi avrebbero vietato di partire, invece non fecero che incoraggiarmi ad andare con lui».
Mariel, che per Allen non provava alcuna attrazione fisica, disse no. «Mi recai in camera sua, gli chiesi chiaramente se ci sarebbe stata una camera tutta mia a Parigi. Mentre era lì che cercava di inforcare gli occhiali, gli dissi che non sarei partita con lui. Il giorno dopo affittò un aereo e se ne andò». Per Hemingway la relazione con Allen è rimasta comunque un capitolo importante. L’attrice si è presentata alla cerimonia dei Golden Globes l’anno scorso quando Allen ha ricevuto il premio alla carriera (lui, invece, non c’era).
«Non avevo mai baciato nessuno prima, ero veramente inesperta e quel bacio, sul set mi ha fatto preoccupare per settimane». Allen, inoltre, fu il primo uomo a farla sentire «adulta e intelligente». «Mi portava a teatro, alle mostre. Mi ha dato un po’ della sua saggezza».
Era il 1979. Pochi mesi dopo Allen avrebbe cominciato a frequentare Mia Farrow. Le accuse sulle molestie di minori – mosse contro di lui dalla figlia Dylan – erano ancora lontane, così come lo scandalo sulla figlia adottiva di Farrow, Soon-Yi Previn, con la quale Allen è sposato e dalla quale ha avuto due bambine.
Hemingway non giudica l’amico, ma non risparmia altri grandi nomi di Hollywood. Dal suo libro, ieri anticipato dall’emittente americana Fox, il mondo del cinema emerge come una telenovela carica di intrighi a sfondo sessuale. Il regista Bob Fosse ai tempi del film Star 80 la rincorse assicurandole che nessuna protagonista di un suo film gli aveva mai detto no. «Sarò la prima», gli disse Hemingway. «Non credo, cara» gli rispose Fosse.
Robert De Niro? Un uomo ‘«grasso e antipatico» che si recò a parlare con lei di un progetto che non aveva nessuna intenzione di realizzare solo perché contava di ottenere qualcosa di più «fisico».
Come già in passato, però, l’obiettivo principale di Hemingway è mettere l’accento sui problemi mentali e le tendenze suicide della sua famiglia nella speranza di aiutare altri a superare problemi analoghi.
La sorella Margaux si è tolta la vita come il nonno, i genitori bevevano e soffrivano di depressione, un’altra sorella era schizofrenica.
«Chiamarmi Hemingway per me vuol dire avere accesso a un mondo di tenebre, coraggio e tristezza. So che altre persone con altri cognomi provano le stesse cose, ma non hanno una leggenda americana alla quale collegarsi».