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 2015  marzo 27 Venerdì calendario

Roberto Bolle, quarant’anni sempre sulle punte: «Ho un’età avanzata per un ballerino normale, ma il mio modello è Baryshnikov, il ritiro è lontano»

Gli auguri, ieri, gli sono arrivati da ogni parte del mondo. Quarant’anni. Una data importante. Specie se di professione fai il ballerino e, ancora di più, se ti chiami Roberto Bolle.
«Bilanci? A quarant’anni più che altro sono le persone che hai attorno che te li chiedono: tutti ti fanno notare l’importanza della data. Il bilancio è certamente positivo, non solo per quello che sono riuscito a fare ma per il calendario dei prossimi mesi. Mi dividerò tra l’Opera di Parigi e il Met in vista del tour estivo, tra Los Angeles, Arena di Verona, Caracalla: entusiasmante. Mi ritrovo a quarant’anni ad avere una maturità scenica e una forma fisica da ventenne».
Eppure la danza è spietata quando si parla di età...
«Ma tutte le stelle, le étoile, vanno al di là dell’età pensionabile. In generale per un ballerino è 45 anni, anche alla Scala. Nella media è un’età giusta, ma il discorso è diverso per chi ha un carisma, una storia particolare. Nureyev, Baryshnikov, Ferri, Savignano, Fracci: sono tutti andati al di là di questa età perché hanno quel qualcosa in più che fa diventare la nostra professione non un’attività atletica ma un’arte. Entra in gioco quella capacità di emozionare il pubblico che, nella media, non c’è».
Potrebbe decidere di ritirarsi?
«Non sarebbe una scelta facile e nemmeno solo mia. Sento la responsabilità nei confronti di tante persone: dei giovani che mi vedono come un riferimento ma anche di chi crede in me e mi ha permesso di avere questo ruolo di ambasciatore dell’arte e della cultura italiana all’estero».
Cosa potrebbe spingerla a chiudere?
«Continuerò a ballare solo finché riuscirò a regalare bellezza e emozioni. Difficile dire quando sarà, mi auguro il più lontano possibile. Alessandra Ferri ha ripreso a ballare dopo una pausa, a 51 anni. Le potenzialità del fisico sono cambiate: la vita artistica di un ballerino è aumentata».
Non teme di diventare come quelli che non sanno lasciare il posto agli altri?
«Spero, anzi, sono sicuro che me ne accorgerei. Si fa fatica a lasciare il palco, certo. La danza è una passione che mi ha travolto da quando ero bambino, è la mia priorità a tutte le ore del giorno, tutti i giorni. Voler rimare sul palco, attaccato alle emozioni che si provano, è qualcosa che ci sarà ma penso di avere abbastanza sensibilità e intelligenza per capire quando dire basta. La passione potrebbe essere trasformata nella ricerca di talenti».
Quello che Nureyev ha fatto con lei quando aveva 15 anni...
«Anche a me piacerebbe scoprire dei giovani e indicare loro la strada».
Non vede il suo futuro nella recitazione?
«Non è una cosa a cui tengo. Se capita, perché no. Sarebbe interessante provare, recito sempre sul palco. Ma la mia passione resta la danza».
Gli altri ballerini, alla sua età, iniziano a pensare che la carriera è quasi finita...
«In effetti è un’età molto avanzata per un ballerino normale. Ma gli esempi da seguire ci sono. Per me uno importante è Baryshnikov, che fa spettacoli con Bob Wilson...».
Ha detto di sentirsi meglio, fisicamente, oggi di anni fa. Perché?
«Ho una definizione fisica migliore e la muscolatura più allungata, meno gonfia...».
Si nota anche nel libro in uscita, «Viaggio nella bellezza», edito da Rizzoli...
«Un gran regalo. Le foto sono molto belle ma è importante il messaggio: il viaggio nella nostra arte e cultura che vale la pena scoprire e, oggi più che mai, valorizzare per sperare in un rinascimento italiano».
Anni fa, aveva suggerito a Carla Fracci, alla guida del corpo di ballo dell’Opera di Roma, di lasciare spazio ai giovani...
«Lei è un riferimento per la danza. Puoi ballare anche a 80 anni e va benissimo ma se decidi la programmazione di un teatro e questa gira attorno a te, allora è sbagliato. Lei spesso sceglieva produzioni fatte più su di lei che sui giovani. Per questo dicevo che doveva lasciare loro spazio».
Come ha festeggiato?
«Sono stato felicissimo di essere in Italia, così ho potuto fare un compleanno in famiglia. Non è capitato spesso in questi anni. Ho fatto allenamento, alla Scala, poi ho festeggiato coi miei. La passione per la danza e l’amore per la famiglia sono indicativi di tutta la mia vita. Essendo un compleanno simbolico volevo ci fossero entrambi gli aspetti».
A 50 anni sarà ancora sul palco?
Silenzio. «Perché no, dieci anni passano in fretta».