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 1966  agosto 02 Martedì calendario

«Anche tra i capelloni vi sono gli snob»

Un gruppo di lettori ci scrive:
«Siamo un gruppo di “qualunque” capelloni che nonostante i capelli lunghi, riusciamo, benché con molti sforzi, ad esprimerci per nostra fortuna in maniera abbastanza ortodossa. Vorremmo rispondere al chiarissimo prof. dott. Giulio Radaeli dell’Università di Genova, il quale dice che noi usiamo per esprimerci un sudiciumaio di parole straniere mal pronunciate. «Noi siamo nati nel dopoguerra e viviamo in un’epoca in cui non dovrebbero più esistere frontiere, per cui possiamo anche accettare dei vocaboli stranieri e renderli nostri, se sono più brevi e più incisivi del loro corrispettivo nella madre lingua. In quanto alla pronuncia, le rendiamo noto che tutti noi abbiamo studiato l’inglese e il francese, e siamo stati in Gran Bretagna e in Francia, che pensiamo siano luoghi di origine della maggior parte delle parole che lei condanna. «Altri dicono che siamo sudici e teppisti. Ci permettiamo di far notare a questi signori che anche noi abbiamo un padre non capellone e una mamma non yé-yé, i quali ci hanno insegnato l’uso dell’acqua, del sapone, dello shampoo e di tutti quei prodotti igienici che noi riconosciamo come uno dei pochi beni che la società ci dà. «In quanto all’accusa di teppismo rendiamo noto che noi seguiamo una teoria basata sulla non violenza. Come potete giudicare chi non conoscete? (Ammesso che spetti a voi farlo). La prego di scusarci degli errori grossolani e della sfacciata copia del discorso di Antonio, contenuto nel “Giulio Cesare” di Shakespeare, ma noi non siamo chiar. prof. dott.».

Un gruppo di capelloni
dell’Asylum Club
seguono firme

«Anche tra i capelloni vi sono gli snob»
Un gruppo di lettori ci scrive:
«Siamo un gruppo di “qualunque” capelloni che nonostante i capelli lunghi, riusciamo, benché con molti sforzi, ad esprimerci per nostra fortuna in maniera abbastanza ortodossa. Vorremmo rispondere al chiarissimo prof. dott. Giulio Radaeli dell’Università di Genova, il quale dice che noi usiamo per esprimerci un sudiciumaio di parole straniere mal pronunciate. «Noi siamo nati nel dopoguerra e viviamo in un’epoca in cui non dovrebbero più esistere frontiere, per cui possiamo anche accettare dei vocaboli stranieri e renderli nostri, se sono più brevi e più incisivi del loro corrispettivo nella madre lingua. In quanto alla pronuncia, le rendiamo noto che tutti noi abbiamo studiato l’inglese e il francese, e siamo stati in Gran Bretagna e in Francia, che pensiamo siano luoghi di origine della maggior parte delle parole che lei condanna. «Altri dicono che siamo sudici e teppisti. Ci permettiamo di far notare a questi signori che anche noi abbiamo un padre non capellone e una mamma non yé-yé, i quali ci hanno insegnato l’uso dell’acqua, del sapone, dello shampoo e di tutti quei prodotti igienici che noi riconosciamo come uno dei pochi beni che la società ci dà. «In quanto all’accusa di teppismo rendiamo noto che noi seguiamo una teoria basata sulla non violenza. Come potete giudicare chi non conoscete? (Ammesso che spetti a voi farlo). La prego di scusarci degli errori grossolani e della sfacciata copia del discorso di Antonio, contenuto nel “Giulio Cesare” di Shakespeare, ma noi non siamo chiar. prof. dott.».
Un gruppo di capelloni
dell’Asylum Club