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 2015  marzo 26 Giovedì calendario

La rapina al supermercato nel vesuviano di due carabinieri in licenza. E poi l’inseguimento, la sparatoria, i dieci feriti e il morto. Militari piantonati in ospedale

Un tentativo di rapina con sparatoria, inseguimento tra rapinati e rapinatori, nuovo conflitto a fuoco che lascia a terra dieci feriti, ma uno morirà poche ore più tardi. E poi il colpo di scena: i carabinieri che arrestano due loro colleghi, accusati di essere i banditi che hanno scatenato l’inferno lungo le strade di Ottaviano, paese dell’entroterra vesuviano diventato famoso perché era il regno del capo della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo.
È qui che ieri in tarda mattinata due uomini armati sono entrati in un supermercato, l’Etè, per farsi consegnare l’incasso. Non immaginavano che quello non era assolutamente un posto da rapinare. Non immaginavano di ricevere, invece dei soldi, una reazione tanto violenta quanto coraggiosa. Contro i rapinatori si sono avventati per primi due dipendenti del centro commerciale, due rumeni che non si sono tirati indietro nemmeno quando i banditi hanno cominciato a sparare. Anzi, sono stati talmente determinati da costringere quei due a scappare. E non si sono fermati nemmeno allora. Saliti anche loro in macchina, hanno cominciato ad inseguirli, e poco dopo si sono aggiunte alle auto in corsa anche quella di Pasquale Prisco, il figlio del titolare del supermercato, avvertito telefonicamente e partito subito anche lui alla ricerca dei rapinatori, e sicuramente almeno un’altra ancora, che però non è stata individuata.
Certo, quando a pochi chilometri da Ottaviano gli inseguitori sono riusciti a speronare l’auto dei fuggitivi e a farli andare contro un muro costringendoli quindi a fermarsi, ad affrontarsi c’erano almeno dieci persone: due da una parte e otto dall’altra. Si è sparato ancora, e le indagini stanno cercando di stabilire se ad essere armati fossero solo i due che avevano tentato il colpo al supermercato, o anche altri. In ogni caso la peggio l’hanno avuta gli inseguitori: colpito da un proiettile all’addome, Pasquale Prisco è apparso subito in condizioni disperate, e nonostante un lungo intervento chirurgico, in tarda serata è morto.
Le ambulanze intervenute sul luogo della sparatoria si sono dirette verso tre diversi ospedali, quindi i carabinieri del nucleo investigativo di Torre del Greco e i magistrati della Procura di Nola hanno dovuto fare su e giù per interrogare tutti quelli che erano in condizioni di parlare. Ma subito si sono insospettiti scoprendo che tra i dieci feriti c’erano due carabinieri in licenza, uno di 41 anni e l’altro di 33. Due che non avevano alcun motivo per trovarsi lì: prestano servizio al Battaglione di Mestre, uno è originario della provincia di Napoli, l’altro invece è di Chioggia. E loro, del resto, una spiegazione credibile non sono proprio riusciti a darla, anche se hanno tentato in tutti i modi di convincere i colleghi e i pm di essere estranei alla rapina. Ma alla fine la Procura ha emesso nei loro confronti un decreto di fermo che dovrà ora essere convalidato dal gip. Intanto i due – immediatamente sospesi dall’Arma – sono piantonati in ospedale.