la Repubblica, 26 marzo 2015
I ricordi diversi che fanno litigare maschi e femmine. Una ricerca Usa mostra le differenze e spiega che per evitare discussioni nella vita di coppia è necessario praticare una memoria collaborativa
Litigare è inevitabile, e non è colpa di nessuno. Se lui ricorda una cosa in maniera opposta a come la ricorda lei, se lui insiste che l’accordo era in un modo e lei ribatte che invece era un altro, nessuno dei due sta mentendo. È la biologia che sta parlando per loro, e sta semplicemente sottolineando che maschi e femmine sono diversi e hanno una memoria diversa. Uno dei primi esperimenti che lo ha dimostrato è del 1980: in quel caso si vedeva che i ricordi di uomini e donne possono discostarsi tanto che, nella stessa coppia, uno può sostenere di aver fatto sesso la notte precedente e l’altro no. Ma se queste differenze ci sono davvero è perché così si nasce o si diventa?
Intanto, secondo alcuni esperti come Andrew Christensen, psicologo dell’università della California a Los Angeles e terapista di coppia, le donne tendono a ricordare in maniera più vivida le questioni che hanno a che fare con la relazione: il primo appuntamento, il bisticcio su dove andare in vacanza, la discussione avuta una sera. E tendono a farlo utilizzando più spesso dei maschi le emozioni. In realtà, però, questo non significa che abbiano una memoria migliore: anzi, sui test di memoria standard i risultati di maschi e femmine sono praticamente uguali. E poi entrambi cadono vittime degli stessi errori, come la tendenza a ricordare meglio quello che si è fatto in prima persona (soprattutto se non era piacevole, come lavare i piatti o ricevere i suoceri a cena) piuttosto che quello che ha fatto l’altro. O la tendenza a ricordare meglio gli eventi che hanno lasciato di cattivo umore, come un litigio da cui si è usciti sconfitti. Ma se questo vale per tutti, significa che la memoria umana, in generale, è assai poco affidabile. E che è normale che non esista un’unica versione dei fatti.
Ma allora maschi e femmine hanno un cervello diverso oppure no? Al momento la ricerca risponde con un “ni”, e con un caveat. Per esempio, pare che esistano differenze nelle connessioni tra i neuroni del cervello: una ricerca pubblicata su Pnas qualche tempo fa avrebbe mostrato come le donne abbiano più connessioni tra i due emisferi, mentre gli uomini ne abbiano di più all’interno di ciascuno di essi. Mentre su Journal of Neuroscience si è aggiunto che il cervello delle persone transessuali si pone a metà strada. Infine su Genome Research, un’altra ricerca ha mostrato un’attivazione diversa, in maschi e femmine, dei geni che regolano lo sviluppo del cervello. Ma riferire queste differenze strutturali alle differenze comportamentali resta ancora assai difficile. Ed ecco il caveat : attenzione a non riferire alla biologia anche pregiudizi sessisti, come il classico falso: «le ragazze non capiscono la matematica».
Quindi, per tornare ai ricordi e alla vita di coppia, prosegue Andrew Christensen, l’unica cosa da fare al momento è accettare le inevitabili discrepanze, quelle che più o meno vedono lei che si sente trascurata e lui che giura di non aver mai detto quella cosa lì. Il consiglio dell’esperto è perciò quello di accettare le differenze e di provare a «praticare una memoria collaborativa», cioè costruire insieme un pacchetto di ricordi comuni, e possibilmente belli, da cui ripartire. Ogni volta che si bisticcia.