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 2015  marzo 26 Giovedì calendario

La protesta dei sindaci contro la Protezione civile di Gabrielli: «Troppe allerte meteo, noi danneggiati. Bollettini allarmistici, in contrasto tra di loro». La replica: «Quella delle previsioni non è una scienza esatta»

A Siena il meteo della Protezione civile aveva detto “neve”. Il sindaco ha chiuso le scuole: non ha nevicato. Pochi giorni dopo, senz’annunci di allerta né timori del sindaco, la neve è venuta giù. A scuole aperte. I weekend di maltempo all’Abetone, secondo il meteo-Prot, sono puntuali: poi splende sempre il sole. Molti sciatori sono rimasti a casa – l’ultimo sabato in pista meno che nei feriali – e gli albergatori pistoiesi si sono infuriati: «Dovete rimborsarci per le previsioni sbagliate». Federfuni ha chiesto al governo un sito istituzionale dedicato solo alle stazioni sciistiche, e anche a quelle balneari in estate: «I modelli matematici vanno confrontati con le reali condizioni sul posto». Le previsioni pista per pista, sdraio per sdraio. L’Anci, che coordina i comuni italiani, ha raccolto tutti i lamenti e chiesto una Conferenza unificata straordinaria. Il presidente del Consiglio dell’associazione, Enzo Bianco: «I dati che giungono ai Comuni sono spesso contrastanti. Abbiamo la sensazione che vengano emanati dagli uffici preposti con l’intento di evitare problemi con la giustizia per omessa segnalazione».
Giù al mare, in Versilia, il problema è lo stesso: «Con questa crisi nera ci manca solo il meteo quiz», dicono i commercianti alla vigilia di Pasqua, «basta con le allerte continue, i tg ansiogeni». Confcommercio: «Ancora una volta la Versilia è stata penalizzata da previsioni del tempo che hanno fatto acqua. Questo fine settimana era annunciata pioggia, da giorni, e il tempo è stato più che discreto. Chi elabora le previsioni non ha consapevolezza dell’influenza esercitata nei confronti di chi deve decidere di spostarsi, a maggior ragione ora che le previsioni sono a portata di smartphone. Perché», chiede Confcommercio, «gli errori vanno sempre in un’unica direzione: prevedono sempre brutto tempo e mai il contrario?». Genova, in verità, per due volte ha patito il contrario: previsioni brutte si sono rivelate, poi, catastrofiche, con due alluvioni luttuose.
Tutta la costa toscana, Follonica, Grosseto, dalla scorsa estate lamenta il cattivo marketing di meteo quiz. Il Veneto nel 2014 aveva minacciato con Zaia di farsi le cose in casa: «Nei siti si oscurino le previsioni per la nostra regione o procederemo per danni». Gli albergatori di Rimini sono pronti alla denuncia collettiva: nel 2013 valutarono in un milione di euro i danni da errori. In questi ultimi casi la rabbia si era incanalata verso i troppi, e troppo poco attendibili, siti meteo inaugurati sul web.
Ora che però la polemica è salita di un gradino, raggiungendo le istituzioni e la loro organizzazione, Franco Gabrielli, capo della Protezione civile (e primo candidato per la Prefettura di Roma), dice: «Lavoro da tre anni alla questione affidabilità delle previsioni e della loro percezione e posso dire di avere le idee chiare in proposito. Uno, la meteorologia non è una scienza esatta, non esistono modelli infallibili. Vorrei ricordare che noi facciamo previsioni a terra, cerchiamo di capire quali saranno gli effetti del maltempo. La seconda questione è la mancanza di omogeneità nella previsione meteo, che molte regioni si fanno in proprio, e soprattutto nell’interpretazione da parte dei comuni. Enzo Bianco ci attacca, ma forse dimentica di essere stato nel governo che ha regalato al Paese il Titolo quinto, i poteri forti, troppo forti, dei governatori. Nel nostro campo ogni regione ha suoi regolamenti attuativi, propri codici, che alla fine lasciano il sindaco solo nelle scelte. Di recente siamo riusciti a intenderci in tutta Italia sui colori: definiremo ogni allerta giallo, arancione o rosso. Prima era una babele di numeri, allarmi e pre-allarmi, aggettivi. Dobbiamo proseguire su questa strada e tornare a un regolamento unico, solo così avremo meno errori, meno disastri e meno lamenti degli albergatori. Comunque incontrerò l’Anci, anche perché i sindaci li incontro tutti i giorni».