La Stampa, 25 marzo 2015
«Io ho perso mia madre, mia nonna e mia zia ma i miei figli non dovranno mai dire "mamma è morta per un tumore alle ovaie"». La guerra al cancro di Angelina Jolie. L’attrice portatrice di una mutazione nel gene Brca1, due anni fa si fece asportare il seno, ora tube e ovaie
«Non è facile prendere alcune decisioni. Ma è possibile mantenere il controllo di se stessi e affrontare qualunque potenziale problema di salute». In questo modo Angelina Jolie Pitt conclude il suo «Diary of a Surgery» – Diario di un intervento chirurgico – cronaca introspettiva della nuova operazione a cui si è sottoposta per prevenire il rischio di un cancro alle ovaie.
Un racconto schietto e drammatico, affidato alla pagina degli «op-ed», gli editoriali del «New York Times», con il quale la star hollywoodiana – e inviata speciale delle Nazioni Unite per i rifugiati – ha voluto rendere pubblica, ancora una volta, la sua esperienza e farne patrimonio condiviso con tutte le donne potenzialmente esposte alla stessa malattia. «Due anni fa ho scritto, raccontando la mia scelta di sottopormi a un’operazione preventiva di doppia mastectomia – spiega Jolie -. Una semplice analisi del sangue aveva rivelato una mutazione nel gene Brca1». Un’anomalia che le conferiva l’87% di possibilità di ammalarsi di cancro al seno e il 50% di cancro alle ovaie.
Sul «New York Times»
«Io ho perso mia madre, mia nonna e mia zia di tumore», ricorda la moglie di Brad Pitt, spiegando il motivo per il quale si era sottoposta all’intervento. Lo stesso che ora l’ha spinta a ricorrere nuovamente alla chirurgia per farsi asportare tube e ovaie. «Era una cosa a cui pensavo da tempo – racconta l’attrice -. È un’operazione meno complessa della mastectomia, ma i suoi effetti sono assai più seri, visto che costringe la donna ad una menopausa anticipata». Conseguenza per la quale Angelina si è preparata grazie a una serie di consultazioni con specialisti e psicologi, seppur con la convinzione di avere del tempo prima di sottoporsi nuovamente a un intervento. Convinzione che è iniziata a venir meno in seguito a nuovi esami del sangue, che hanno rivelato alti livelli di alcuni «marker infiammatori», e che potrebbero essere un primo segno della presenza di un tumore. Test successivi, poi, hanno escluso la presenza di tumori, ma il medico, vista la storia clinica della famiglia della Jolie, le ha consigliato di sottoporsi all’intervento.
Madre di sei bambini
«Ho provato quello che, immagino, migliaia di donne hanno provato. – racconta – Mi sono detta di mantenere la calma, di essere forte, e che non c’erano motivi di pensare di non vivere abbastanza per vedere i miei figli crescere e assistere alla nascita dei miei nipoti». L’attrice, mamma di sei bambini, tre dei quali figli naturali, racconta come in quei momenti è straordinaria la chiarezza con la quale si capisce «cosa conta, quello per cui si vive». E proprio mentre il marito Brad Pitt tornava da lei con il primo volo dalla Francia, Angelina si sottoponeva a tutti i controlli preparatori.
«I dottori mi dicevano che mi sarei dovuta sottoporre a un intervento preventivo almeno 10 anni prima dell’età in cui un membro della mia famiglia si era ammalato di cancro alle ovaie – prosegue Angelina -. A mia mamma fu diagnosticato a 49 anni, io ne ho 39». I medici erano concordi nel ritenere che la migliore opzione, proprio per i precedenti familiari della donna, fosse rimuovere tube e ovaie. «La scorsa settimana mi sono sottoposta all’intervento: c’era un piccolo tumore benigno in una delle ovaie, nessun segno di cancro nei tessuti».
Drammi di altre donne
Ed ora, per Jolie, inizia forse la fase più dura. «Sono entrata in menopausa, non posso avere più figli, e mi aspetto cambiamenti del mio fisico, ma sono pronta ad accettarli, non perché sono forte, ma perché fa parte della vita, non c’è nulla di cui avere paura». Il pensiero di Angelina va a quelle donne che si sono trovate nella sua stessa situazione in età più giovane, a volte prima di avere avuto dei figli: «Per loro è più difficile».
E ciò che le conferisce più forza in questo suo percorso drammatico e coraggioso è pensare che i suoi figli non diranno mai «mamma è morta per un cancro alle ovaie».