La Stampa, 25 marzo 2015
Pena di morte, se la fucilazione è più umana delle iniezioni letali. Così l’America riscopre il plotone di esecuzione: «Ma serve se non ci sono farmaci. È un metodo di riserva»
Due pile di sacchi imbottiti di sabbia, sul modello di quelli usati per fortini e trincee, affiancano una sedia in ferro grigio con cinghie di cuoio all’altezza di piedi, braccia e testa. È questa l’immagine della camera delle fucilazioni del penitenziario di Draper, in Utah, pubblicata per la prima volta nel 2010, e oggi tornata di prepotente attualità su giornali, tv e siti Internet, dopo la reintroduzione del plotone di esecuzione da parte dello Stato.
Seconda scelta
Non una prima scelta, ma solo il «rimedio» nel caso in cui, come sovente accade, manchino i farmaci utilizzati dal «boia». Il ritorno del plotone di esecuzione, dopo dieci anni dalla soppressione, è stato decretato dal governatore Gary Herbert, che ha apposto la sua firma al provvedimento votato dal parlamento statale. Herbert, repubblicano, ha spiegato che l’Utah è uno Stato che prevede la pena capitale e pertanto necessita di un metodo di esecuzione di riserva nel caso persista la carenza dei farmaci letali. «Preferiamo utilizzare il metodo dell’iniezione – spiega il portavoce del governatore, Marty Carpenters -. Ma in ogni caso rendere esecutiva la pena è un nostro dovere».
Già altri Stati americani contemplano il ricorso a metodi alternativi. In New Hampshire l’impiccagione può sostituire l’iniezione in caso di mancanza di farmaci, mentre nello stato di Washington il condannato può chiedere di ricorrere al «cappio». In Oklahoma, Stato che ha il controverso primato del numero di esecuzioni pro capite, la sedia elettrica è già il metodo alternativo, seguito dalla fucilazione, se l’iniezione letale dovesse essere abbandonata.
Armati di Winchester
La patria dei mormoni è il solo Stato Usa ad aver fatto ricorso al plotone di esecuzione da quando la pena di morte è stata reintrodotta nel 1976. L’ultimo a essere giustiziato con una pallottola è stato Ronnie Lee Gardner, un uomo accusato di aver ucciso un barista, e successivamente di aver ammazzato un avvocato e ferito un ufficiale giudiziario nel tentativo di scappare dall’aula di tribunale nella quale stava affrontando il processo, nel 1985. Gardner fu condannato prima del 2004, anno dell’abolizione del plotone di esecuzione, e non si poté sottrarre alla fucilazione.