la Repubblica, 25 marzo 2015
Il clamoroso caso dell’imprenditore vicino a Forza Italia che si candida alle primarie del Pd ad Agrigento e le vince. Non è una questione politica, il signore in questione è il presidente della locale squadra di calcio, l’Akragas. C’è da scommetterci che almeno la metà dei suoi duemila voti arrivano dallo stadio
Politologi di tutto il mondo eventualmente diretti ad Agrigento per studiare il fantastico caso dell’imprenditore vicino a Forza Italia che si candida alle primarie del Pd e le sbanca, seguano il mio modesto consiglio. Lascino perdere la pista politica. È un garbuglio inestricabile, fatto di liste civiche (non si ha idea di quante liste civiche possano esserci ad Agrigento, in pratica una ogni due abitanti), vecchi partiti afasici e nuovi partiti incomprensibili, benedizioni fatte da nemici e maledizioni fatte da amici, destra e sinistra frullate assieme, cronache bizantine con dichiarazioni il cui significato sfugge anche a chi le ha fatte, insomma niente che sia decifrabile se non (forse) dagli allegri protagonisti, che devono essersi divertiti un sacco. No, davvero non sembra rintracciabile in mezzo ai cocci della politica, la chiave che può aiutare a risolvere quel rebus. La chiave, date retta, è un’altra. Il signore che ha legalmente preso possesso del Pd, impacchettandolo e portandoselo a casa (lo esporrà in una bacheca?) è il presidente della locale squadra di calcio, l’Akragas. Sono pronto a scommettere che almeno la metà dei suoi duemila voti arrivano dallo stadio. E che gli stessi che lo hanno candidato come sindaco “di sinistra”, domattina lo seguirebbero, con un corteo imbandierato, alla conquista della destra. Un presidente, c’è solo un presidente.