la Repubblica, 25 marzo 2015
Gassmann-Barracciu, botta e riposta al veleno su Twitter. «Lei intanto che impara fare attore, può evitare far pagare biglietto cinema per i suoi “film”? Grazie». Così risponde la sottosegretaria alla Cultura a un tweet di Alessandro Gassmann che le chiedeva di lasciare la poltrona perché indagata per una vicenda di rimborsi spese troppo esosi. L’attore: «Ci è cascata con tutte le scarpe, non vedevo l’ora che reagisse qualcuno. Penso che chi è indagato non debba essere cacciato, ma sono fermamente convinto che debba dimettersi»
Sono tutti un po’ nervosi, ma forse è peggio perché ormai non dipende più tanto da loro.Ieri la sottosegretaria alla Cultura Francesca Barracciu, pd, su cui pende una storia anche giudiziaria di rimborsi spese non troppo giustificati al Consiglio regionale della Sardegna, ha reagito con qualche malagrazia all’invito rivoltole dall’attore Alessandro Gassmann: «Intanto che chiarisce, lascia la poltrona pagata da noi? Grazie».
Questo il testo, invero piuttosto sincopato, per non dire insolitamente zotico, della sua replica: «Chiarirò tutto a fondo. Lei intanto che impara fare attore, può evitare far pagare biglietto cinema per i suoi “film”? Grazie». A questo punto Gassmann, lieto di aver determinato quell’effetto istituzionale, ha risposto: «Il cinema ahahahahah... la vedo tesa... un piccolo omaggio». Quest’ultimo consistente nell’immagine di un utensile, un raschietto di marca «Staccapol», per «scollare il politico indagato dalla poltrona».
Erano le 9,55. A quell’ora della mattina la gente, per usare un’espressione fuggevole, è da un po’ al lavoro. A sostegno di Gassmann e contro Barracciu si è mobilitata la regista Francesca Archibugi («Ma che cafona!») e l’onorevole cinque stelle Di Battista, che ha ironizzato sui 33mila euro di rimborsi carburante a suo tempo richiesti dalla sottosegretaria («Sarà andata sulla Luna!», ma senza riferimenti all’ Orlando furioso ).
Come probabilmente si sarà compreso, la disputa ha avuto luogo su Twitter. E siccome è sempre più vero non solo che il medium è il messaggio, ma come voleva lo stesso McLuhan in linea di massima funge pure da massaggio, e come tale plasma, strofina, stropiccia, influenza, altera i meccanismi di percezione e modella l’equilibrio sensoriale degli individui, ecco che alle 13,59 Barracciu ha pensato di poter chiudere la faccenda con una notazione terminale: «A volte su Twitter si esagera, capita a tutti, oggi è capitato a me, sorry». E in segno di pace ha accluso una canzone di Billy Joel, «You’re only human» – con il che il livello di insignificanza, già notevole, ha avuto un’ulteriore impennata. In seguito Barracciu ha espresso meraviglia per il rilievo assunto dallo scambio: «per un solo tweet???».
Ora, forse non è questione di uno, o due, o tre; e magari gli stessi contenuti lasciano il tempo che trovano; o peggio le ragioni di contesa, per così dire, si aggrovigliano le une con le altre in un’unica memoria stralunata che si sforza invano di tenere insieme e distinte le randellate tra Luxuria e Meloni, il dottor Zangrillo e Fitto, o le intemerate di Gasparri contro una sedicenne a suo dire sovrappeso.
Nei giorni di allegro e pacificato scetticismo queste permanenti zuffe mediatiche possono anche far ridere; così come, in certe serate malinconiche, sono in grado di generare un cupo allarme sullo stato in cui versa il discorso pubblico, per giunta a livello governativo. Manca purtroppo – o forse è troppo presto addirittura per reclamarla – una fredda via mediana di analisi sulle ripercussioni dei Social non tanto sulla politica di questo tempo scombinato, quanto sull’euforia e sull’isteria, sulla fretta e sul vuoto, sull’impeto e sull’esibizionismo che tanto di frequente s’impossessano di chi entra in gioco, rivelandone le più spudorate e veniali ingenuità.
Così si resta ipnotizzati dinanzi alla pagina Facebook della superba Barracciu, incalzata per la benzina a spese di tutti, che pubblica la foto di due pentole con la didascalia: «Buongiorno, ragù e besciamella preparati con le mie manine, secondo voi che cosa sto per fare?». Interrogativo che trascende ogni ragionevole deliberazione, dilemma nudo e crudo: chi risponde lasagna, comunque, e chi si tiene prudente con pasta al forno.
«Francesca Barracciu ci è cascata con tutte le scarpe, non vedevo l’ora che reagisse qualcuno» dice Alessandro Gassmann, protagonista di un botta e risposta al veleno su Twitter col sottosgretario ai Beni culturali. L’attore pubblica la foto dei sottosegretari indagati – tra cui l’esponente Pd, sotto inchiesta per la vicenda dei fondi ai gruppi in consiglio regionale – e twitta: «Mentre chiarisce lascia la poltrona pagata da noi?».
Gassmann, come mai quel tweet?
«Penso che chi è indagato non debba essere cacciato, ma sono fermamente convinto che debba dimettersi».
Quindi ha invitato la Barracciu a lasciare la poltrona.
«Visto che siamo tutti convinti che il sottosegretario potrà dimostrare la sua innocenza, vorremmo che per ora qualcun altro – possibilmente non indagato – prendesse il suo posto. Ci vuole trasparenza».
Barracciu ha replicato: “Intanto che impara a fare l’attore, può evitare di far pagare il biglietto per i suoi film?”.
«Le sembra una risposta? In poche ore ho acquisito altri tremila follower, vi prego insultatemi».
Del caso Lupi che pensa?
«Che Lupi è degno di rispetto, si è dimesso. Ha fatto la cosa giusta: non mi permetterò mai di giudicarlo prima che ci siano accuse fondate e una condanna. Non sopporto l’arroganza. Non è possibile che, qualunque cosa accada, i politici restino incollati alla poltrona. Dovremmo farci sentire tutti, come direbbe il mio amico Veltroni, “pacatamente”».
Su Twitter la pacatezza è rara.
«Io scrivo sempre quello che penso e non troverà un insulto, non apro la gara dei “vaffa”. Mi piace il confronto. Ho avuto scambi con Guido Crosetto: non condivido quello che pensa ma ci dialogo».
Il sottosegretario Barracciu ha ammesso di aver esagerato.
«Scuse accettate».
Ha sempre seguito la politica?
«Sempre. Sarei tendenzialmente socialista, pensi come sono messo. Alle ultime elezioni ho votato Tsipras, e nutro simpatia per Landini: se avessi la possibilità lo voterei. Oggi il Pd lo riconosco meno, Renzi ha grande energia ma i suoi metodi non sono sempre condivisibili».