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 2015  marzo 24 Martedì calendario

In Italia regna il caos fiscale: con i 997 cavilli le aziende fuggono via. Tante sono le nuove norme e circolari prodotte dal governo nei soli ultimi 12 mesi. Così si naviga a vista. Il caso Irap e le migliaia di pagine di istruzioni

Perdere un’azienda importante come Pirelli e consegnarla alla concorrenza cinese è, purtroppo, solo un effetto secondario della cattiva gestione delle politiche economiche in Italia. Da qualunque lato si osservino le problematiche connesse al fare impresa non si trova mai un risvolto positivo. E non è solamente una questione di pressione fiscale (68% considerando solo la parte emersa dell’economia) e di costo del lavoro (colpito da aliquote fiscali elevate), ma anche di un sistema che produce confusione e incertezza.
Negli ultimi 365 giorni lo Stato ha varato ben 997 nuove norme fiscali, cioè circa quattro al giorno se si escludono sabati, domeniche e festivi. È quanto ha rivelato un monitoraggio effettuato dal Sole 24 Ore. Il dato sorprendente è che l’ipertrofia regolatoria italiana non è connessa all’esercizio della delega fiscale, rinviato a fine settembre, circostanza che avrebbe giustificato un simile ingolfamento. Si tratta della consuetudine, business as usual direbbero gli inglesi. Un andazzo preoccupante del quale il ministro competente, il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dovrebbe riflettere. L’auspicato cambiamento di verso inaugurato dall’esecutivo di Matteo Renzi, almeno in questa materia, non s’è visto.
Il caso più eclatante è quello dell’Irap. L’anno scorso era stato varato un mini-taglio per le aziende, annullato dalla Legge di Stabilità che ha ripristinato lo status quo ante, ma ha introdotto un bonus sul costo del lavoro e un credito d’imposta per le imprese senza dipendenti. Il tutto condito da pagine e pagine di regole interpretative dell’Agenzia delle Entrate che spiegavano ai commercialisti come comportarsi con gli acconti versati nel 2014 sulla base delle aliquote ridotte. Le circolari dell’ente diretto da Rossella Orlandi negli ultimi 12 mesi si potrebbero raccogliere in un volumone di 1.086 pagine, cui si aggiungono 25 pagine di circolari delle Finanze.
E come dimenticare le 1.369 pagine di istruzioni ai principali modelli di dichiarazione per il 2015, cioè il 730, l’Unico e il 770? Ecco perché molti professionisti, soprattutto del settore legale, suggeriscono ai propri clienti di pagare il massimo di ogni singola imposta, senza cercare sconti, scorciatoie e bonus. Non perché essi temano di confondersi nei meandri delle note a margine, ma per un motivo molto più prosaico: esporsi a una verifica fiscale e al rischio di un lungo contenzioso potrebbe vanificare investimenti importanti.
Ecco perché, alla fine, non c’è da stupirsi che Pirelli, pur mantenendo la sede in Italia, abbia preso altri lidi. Il quadro complessivo della produzione di normativa su imposte, agevolazioni, ademplimenti e sanzioni è sconsolante: 194 modifiche, 132 novità e solo 28 abrogazioni. L’ultima e forse vana speranza è la delega fiscale. D’altronde, un Paese che naviga a vista in materia fiscale non può sperare di andare troppo lontano.