Il Messaggero, 24 marzo 2015
Le mappe svelano i segreti di Roma. Un libro racconta con cartine e disegni storia e aneddoti della Città Eterna, dal solco di Romolo ai tracciati della metro
Tutta Roma in cento mappe, dal IX secolo ad oggi, o quasi: dai Sette colli, come erano prima che Romolo tracciasse il perimetro, ai progetti di trasformazione degli anni 2000, all’estensione della ZTL, a come è cambiata la citta e si è ingrandito e infittito l’abitato. Con una serie di piccole, grandi curiosità: come si è svolto il celebre Sacco (1527), dove erano acquartierate le truppe e quali erano (spagnoli a piazza Navona, lanzichenecchi a campo dei Fiori, italiani prima di ponte Sant’Angelo); o dove sono stati girati parecchi tra i maggiori film che hanno avuto l’Urbe come sfondo (Quo Vadis, Guerra e pace, Ben Hur, Per un pugno di dollari, Spartacus, Cleopatra, Il gladiatore); i raffronti numerici con l’altra grande città della penisola, Milano, anziché con una mappa esposti con una tabella; il tempo in cui i papi del XIII secolo restano in città e i luoghi del Centro Italia in cui invece risiedono (soprattutto a Viterbo, Orvieto, Perugia e Anagni); dove erano le proprietà della famiglia Cerroni, ormai dimenticata, in età comunale; e tanto altro ancora.
I PONTEFICI
È un nuovo modo, abbastanza “visuale”, di raccontare la storia romana: di stampo francese, del 2013, giunge ora in Italia (Storia di Roma in 100 mappe, di Aurélien Delpirou, Sylvain Parent, Eleonora Canepari e Emmanuelle Rosso, Leg Gorizia, 138 pag. 18 euro). Vediamo le stratificazioni della chiesa di Sant’Omobono, o della chiesa di San Clemente; la crescita urbana dai tempi di Romolo fino ad oggi («nel XIX secolo, Roma si riposava, mentre le grandi capitali si trasformavano», afferma uno studioso); ma anche, andata e ritorno, il percorso della «presa di possesso» dei pontefici appena eletti, da San Pietro al Laterano; o i progetti per la Terza Roma, che i piemontesi attuano tra il 1870 e il 1911, con gli immani sfondamenti urbanistici voluti dal fascismo («I miei ordini sono precisi: tra 5 anni Roma deve apparire meravigliosa a tutte le genti del mondo», spiega Mussolini in Campidoglio, l’ultimo dell’anno 1925). Pessima previsione, come quella dell’Avanti il 19 settembre 1909: «A Roma i clericali sono proprietari delle case; gli azionisti dei monopoli avidi, i responsabili del carovita. Ora basta!».
IL VERDE
Roma era molto più verde di oggi: il regno delle ville in città, ormai in gran parte scomparse; 90 poco dopo essere diventata la Capitale italiana. Dalla pianta di Giovanni Battista Nolli (una topografia in scala uno a mille: larga due metri, eseguita con Giovanni Battista Piranesi nel 1748 e dedicata al cardinale Alessandro Albani), sappiamo che le Mura Aureliane inglobano un territorio di 1.450 ettari; le piazze, le strade, gli edifici ne occupavano circa il 40 per cento; però i sei decimi erano giardini, ville e orti. Il “vuoto” della città si apprezza anche nell’unica foto del libro dedicato a questa “città palinsesto”: riproduce la Roma di Pietro del Massaio, nella Cosmografia di Tolomeo, 1470 circa, conservata nella Biblioteca di Parigi; già con tutti i maggiori monumenti del tempo stilizzati e situati nei loro rispettivi luoghi. E la cronologia arriva fino a Sorrentino, alla Grande Bellezza, tra metamorfosi ed eternità: dalla capanna di Romolo (e si vede la topografia del luogo), alle linee della metropolitana. Perché, scrive Sigmund Freud, Roma è «un’entità psichica, in cui nulla di ciò che un tempo ha acquistato esistenza è scomparso».
In una cartina, i siti ammirati da Costanzo nel 357, con quelli elencati nelle Meraviglie di Roma del XIII secolo e quelli indicati «tra le 12 cose da vedere» da Stendhal nel 1829; la nascita, e le date, delle Accademie straniere in città; la quantità di pellegrini fino al 1925; la topografia degli dei, in Campidoglio e nella città; oppure come muta la Crypta Balbi durante i secoli; il Rinascimento e il Barocco; dove stavano i palazzi e le loro famiglie; le botteghe nell’area di Campo dei Fiori; le confraternite, e le Sette chiese; gli interventi napoleonici (il libro è, in fin dei conti, di produzione francese); fino alla metropoli e al «caos dello sviluppo urbano». Un utile vademecum per chi voglia seguire il dettato di Goethe: «Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma».