La Stampa, 24 marzo 2015
«La riscossione non può essere vessatoria. Equitalia va cambiata. Deve essere oggettiva e flessibile». Parla Rossella Orlandi, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, che spiega come convincere la persone a rispettare le regole funzioni meglio che reprimerle
Ha presente la teoria delle finestre rotte, quella che applicò Rudolph Giuliani?» Per Rossella Orlandi direttore dell’Agenzia delle Entrate, la lotta all’evasione è una questione di contesto: convincere la gente a rispettare le regole funziona meglio della repressione.
Direttrice, lei stima che dal 2006 il gettito da evasione è cresciuto del 220 per cento. Significa che prima di allora non funzionava nulla?
«Nel 2006 uscivamo da un condono. E i dati ci dicono che dopo i condoni la gente paga meno tasse. Da allora siamo migliorati noi, e sono migliorati gli strumenti. Non si pensi sia tutto merito dei computer: i dati non servono a nulla se non ci sono persone in grado di gestirli».
È anche grazie ad Equitalia se le cose sono cambiate?
«Prima di Equitalia la riscossione costava molto e funzionava male. Ciò detto, è venuta l’ora di riformarla».
In che modo?
«Agli occhi del contribuente la riscossione passa da un estremo all’altro: può essere vessatoria, oppure bloccata. Il Parlamento deciderà come procedere, il mio parere è che occorre più flessibilità».
Più flessibilità significa più discrezionalità da parte di chi riscuote?
«Se non si pagano le tasse c’è poco da discutere. Occorre però trovare un modo per valutare meglio, e in modo oggettivo, i singoli casi. Noi riscuotiamo per 1.550 enti pubblici. La riforma non sarà semplice e non si potrà limitare a ritocchi».
Che cosa pensa quando sente dire che l’evasione “da sopravvivenza” è tollerabile?
(La Orlandi sorride) «Io ho una vita normale: abito in un condominio, ho una famiglia, un cane. Capisco il punto. Però non ci si può difendere dalla legge violandola. Dobbiamo cambiare mentalità: durante la mia esperienza all’Agenzia del Piemonte ho visto immigrati che in pochi anni hanno sviluppato grande senso civico verso questo Paese».
La dichiarazione dei redditi precompilata funzionerà? Secondo alcuni è solo un esperimento.
«Qualcuno credeva si potesse fare con uno schiocco di dita. Nella dichiarazione di quest’anno i lavoratori dipendenti troveranno l’imponibile, gli immobili di proprietà, gli oneri previdenziali, quanto verrà detratto grazie a mutui e assicurazioni. Mancano le spese mediche e veterinarie ed è fatta. Già oggi si registrano on line la metà dei contratti di affitto, entro la fine dell’anno si potrà fare dal computer le dichiarazioni di successione e le volture catastali».
Qual è la prossima frontiera della lotta all’evasione?
«Ai miei funzionari dico sempre che dobbiamo concentrarci sulla grande evasione e sulle frodi fiscali, in particolare sull’Iva. Anche in questo caso però molto si può ottenere semplificando la vita a chi deve pagare, ad esempio con la fattura elettronica».
Chiusi i cancelli di Monaco e Svizzera, dove voleranno i capitali?
«Oggi la collaborazione fra Paesi ha raggiunto livelli impensabile solo due anni fa. Per dirla in una battuta, è ancora possibile evadere, ma puoi spendere quei soldi solo nelle spiagge di Panama o Dubai. Difficile riportarli a casa senza essere notati».
Che ne pensa della norma che stabiliva la non punibilità penale per chi evade meno del 3 per cento dell’imponibile? Un vostro documento riservato diceva che si perderebbe gettito.
«Primo: ci tengo a dire che l’Agenzia non ha fatto uscire nessun documento. Secondo: l’Agenzia in questi casi fa valutazioni complessive, non si sofferma sulle singole norme. Terzo: le soglie esistono da 15 anni, e sono inevitabili. Se non ci fossero, si finirebbe di fronte al giudice penale per qualunque cifra evasa e le procure sarebbero paralizzate».
La scorsa settimana una sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le nomine di due terzi dei suoi dirigenti. Come è possibile?
«Da cinque anni aspettavamo una norma che ci dicesse con quali criteri fare il prossimo concorso, che noi abbiamo comunque tentato inutilmente di bandire, bloccati dai ricorsi. Nel frattempo abbiamo adottato un modello di selezione studiato dalla Bocconi. Rispetto la sentenza, ma da quando sarà pubblicata causerà enormi disagi al lavoro dell’Agenzia. Per quanto ci riguarda, siamo pronti ad un concorso in qualunque momento, purché non mi si chieda che i candidati vengano valutati esclusivamente sulla base di un compito scritto. Un dirigente deve essere anzitutto capace di gestire un team, e di motivarlo».
Quando ha provato a spiegare le vostre ragioni in pubblico si è commossa. Come mai?
(Alla Orlandi si velano di nuovo gli occhi). «Ho pensato a quel che è accaduto in questi anni, a quel che hanno passato i funzionari ad ogni livello, con gli aumenti bloccati dal 2008, alla dirigente di Torino che si trovò davanti un contribuente armato di scimitarra, e che non si meritano tutto questo».