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 2015  marzo 23 Lunedì calendario

ChemChina, il colosso asiatico già presente in 140 Paesi nel mondo e che ora s’è preso Pirelli. Nel ranking planetario compare tra i primi 20 produttori di pneumatici al mondo con circa 5,5 milioni di pezzi all’anno

Per dare un’idea della solidità del gruppo, è sufficiente ricordare che nel ranking planetario compare tra i primi 20 produttori di pneumatici al mondo con circa 5,5 milioni di pezzi all’anno. Ma ChemChina, fondata nel 2004 sulle ceneri di un’azienda che era nata nel 1965, fa molto altro diversificando la propria attività in sei rami d’azienda che spaziano dall’agrochimica ai prodotti a base di gomma, dai dispositivi industriali fino ai processi petrolchimici. Si tratta di un colosso che nel 2013 (ultimo bilancio reso noto) ha chiuso con un fatturato da 244 miliardi di yuan (circa 37,3 miliardi di euro). Un risultato in forte crescita che le è valso il diciannovesimo posto tra le imprese della Cina e il 355esimo nella classifica stilata dalla rivista Fortune. Sul sito istituzionale, l’azienda fa sapere che «Chimica tradizionale, materiali avanzati» è il suo motto. Perseguito però con logiche moderne e fortemente ambientaliste. Nel 2008 infatti Chem (China National Chemical Corporation) ha lanciato un piano che, per i propri prodotti, prevede emissioni-zero. «Conduciamo strategie per promuovere pratiche d’affari di risparmio energetico, e abbiamo fatto nostro l’impegno a fornire prodotti rispettosi dell’ambiente per tutti i nostri clienti» detta on line in una lettera di presentazione Ren Jianxin, il Ceo che guida una realtà nella quale lavorano 140 mila persone. La società è ovviamente legata a filo doppio al governo di Pechino che la amministra attraverso la Sasac (acronimo di State-owned assets supervision and administration commission), il braccio amministrativo cui fanno capo buona parte delle industrie di Stato cinesi.
VOCAZIONE ESTERA
ChemChina è operativa in 140 Paesi con 118 controllate, tra cui nove quotate, 6 divisioni e 24 centri di ricerca. La sua vocazione verso gli investimenti esteri è dichiarata e dalla Francia all’Australia, il colosso punta da 11 anni sulla crescita internazionale secondo la strategia del going global. Tra le operazioni più importanti andate a segno, l’acquisizione della francese Adisseo e dell’australiana Qenos nel 2005 e, nel 2011, l’acquisto della norvegese Elkem e di una quota di controllo nell’israeliana Makhteshim Agan, sesto produttore mondiale di pesticidi. Forte il radicamento nel settore agrochimica dove viene vantato un un vasto portfolio di compagnie tra cui Hubei Sanonda, Cangzhou Dahua, Shandong Dacheng, Jiangsu Anpon, Anhui Petrochemicals, Huaihe Chemicals e Makhteshim Agan.