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 2015  marzo 23 Lunedì calendario

Se la Tv accorcia i tempi allo sport. Il basket Nba sperimenta tempi da 11 minuti invece di 12, il fast tennis diminuisce i giochi da 6 a 4 e dà il punto secco sul 40 pari e il baseball Usa cronometra le pause tra gli inning. Anche perché chi non cambia muore

Sarà più fast. Senza le parti noiose. Formula short, per intenderci. Tutto più breve, più fulminante. Poca attesa per i titoli di coda. In modo da non perdere l’audience: chi consuma non ha diritto allo sbadiglio. Lo sport sposta la sua frontiera, concentra le emozioni, evita la distillazione. E ribadisce la sua voglia di dare la scossa, anche perché chi non cambia muore. Il trend mondiale dice: accelerate. La catena di montaggio dello sport è fatta di suspence che non può avere vuoti. Anche perché così il telespettatore avrà paura di fare zapping e resterà incollato. Lo sport prossimo venturo accorcia il suo format: durerà di meno, ma sarà più intenso. Le rivoluzioni vanno veloci, altro che elogio della lunghezza. La dichiarazione di guerra ai tempi morti è già stata fatta. Prendiamo il volley. Basta abbracci dopo ogni punto. Non è mica una commedia sentimentale. Già nel ’98 il regolamento è cambiato con l’abolizione del cambio palla e l’introduzione del rally point sistem. Ma non basta, la pallavolo se vuole attrarre nuovi consumatori deve dimagrire. E gli incontri scendere da 2ore e mezza a 1 ora e 45. Niente più baci e abbracci ad ogni bella giocata. Ci sono circa 180 azioni a partita. Festeggiarne ognuna significa perdere in tutto 30 minuti. «E non mi pare che il pubblico chieda questo, anche perché non aiuta il gioco», dice Fernando Lima, segretario generale della Federazione internazionale. Sotto accusa anche i giocatori alla battuta. «Perdono ogni volta 25 secondi. Troppi. Devono scendere a 15-10». La parola d’ordine è tagliare. Sempre Lima: «Siamo in una società dello spettacolo, dobbiamo confrontarci con film e con show che durano circa due ore. Non possiamo abusare della pazienza della gente».
La tradizione non basta più, la concorrenza è feroce. Chi si ferma è perduto. La lotta che sembrava eterna, dopo un secolo, è stata esclusa dagli sport di base dei Giochi 2020 perché ormai assai poco seducente. Il Cio ha deciso per il basso indice di ascolto televisivo a Londra e lo scarso numero di biglietti venduti. Analisti, studiosi del gioco, esperti in materia televisiva sono d’accordo. Bisogna passare alle forbici. Basket compreso. L’Nba ha già testato la nuova formula negli incontri di pre-season ad ottobre: 4 tempi di 11’ minuti, invece che 12, per scendere a un totale di 44 minuti a partita al posto dei 48 attuali. Il commissioner Adam Silver, ne ha già ha parlato in maniera informale alle squadre proponendo anche la riduzione degli overtime e dei timeout. Scordatevi la partita Spurs-Grizzlies giocata lo scorso dicembre. Bella sì, la lotta tra Gasol e Duncan, ma una maratona infinita: 3 supplementari, 233 punti, 63 minuti di gioco. Anche se il record della partita più lunga del mondo è il 155 a 154 dei Minneapolis Bucks sui Seattle Supersonics. Si giocò nell’89: 5 supplementari, per un totale di 73 minuti. Memorabile la durata, ma solo quella. Infatti non portò fortuna a nessuna delle due squadre: Bucks eliminati al primo turno dei playoff mentre per Seattle niente post-season.
La stessa America che gioca a calcio vuole la palla sempre in movimento «È così che si tengono i fan davanti al video», dice Jeff Agoos, vice presidente della Major League Soccer. E quindi divieto assoluto per il portiere di tenere il pallone in mano per più di sei secondi e guai dilungarsi nei calci d’angolo. Stessa iniziativa è stata presa dalla Major League Baseball per fare in modo che il tempo scorra più velocemente. Tempo medio di una partita: 3 ore e 12 minuti. Troppi per attirare l’attenzione delle nuove generazioni. Così è stato deciso di mettere cronometri per le pause tra gli innings, di abbreviare i replay istantanei, di invitare gli arbitri a non concedere più troppo tempo ai battitori. Il commissioner Rob Manfred conferma: «Dobbiamo tenere alto il ritmo». Joe Girardi, allenatore degli Yankees: «Meglio evitare inutili pause».
Una volta lo sport non aveva rivali. E soprattutto aveva un’unità di luogo: stadio o palazzetto. Ora il suo consumo si è diversificato: tv, radio, tablet, computer, applicazioni e aggiornamenti sul cellulare. Il consumatore del futuro non torna indietro e magari vede più spettacoli in contemporanea.
Non può perdere tempo in troppi supplementari. Altro sport sottoposto ad accorciamento è il cricket. Con la sua nuova formula Twenty20 è sceso da tre giorni a 3 ore di durata. E ha avuto successo. Anche il golf assegna punti di penalizzazione a chi perde tempo. Nuovo format anche per il tennis: si chiama TennisFast4, ha effetti speciali, giochi di luce, nuvole di fumo, musica alta. Lo hanno lanciato anche Federer e Nadal: set sui 4 giochi, niente let, si gioca il tiebreak sul 3-3 e invece che a 7 si arriva a 5, c’è il power point sul 40 pari. In modo da evitare quello che capitò nel 2010 al primo turno di Wimbledon: 11 ore e 5’ di gioco, tre giorni di match. Alla fine la spuntò l’americano Isner sul francese Mahut per 70-68. Una partita infinita, la più lunga del mondo. Ma lo sport del futuro non ha più pazienza e vuole subito la scritta: the end.