La Stampa, 23 marzo 2015
Tutta Italia subaffitta case e stanze durante l’anno, ben prima che tre ragazzi californiani fondassero Airbnb e diventassero miliardari. Nel Bel Paese il sistema dell’affitto temporaneo delle abitazioni risale al Medioevo, se ne trova traccia persino nelle antiche novelle
Per il Salone del Mobile, l’evento più importante dell’anno a Milano, Francesca lascia la sua casa e si trasferisce dai genitori con Marco, figlio piccolo. Per una settimana affitta la casa, un trilocale, a una coppia di giapponesi che non si perde mai l’evento. Giovanni invece, che vive in una casa più grande, cede la camera matrimoniale, e con Elisabetta, sua moglie, si arrangiano nella camera di Sonia, la figlia: dormono tutti e tre nel soppalco. Il ricavo si aggira oltre i mille euro la settimana. La stessa cosa avviene a Bologna per la Fiera dei profumi e della cosmesi, Cosmoprof. Filippo affitta ai coreani che vengono tutti gli anni; dormono nelle stanze della sua casa in centro e la sera cenano nei ristorantini sotto i portici.
Tutta Italia subaffitta case e stanze durante l’anno, ben prima che tre ragazzi californiani fondassero Airbnb e diventassero miliardari. Nel Bel Paese il sistema dell’affitto temporaneo delle abitazioni risale al Medioevo, se ne trova traccia persino nelle antiche novelle, anche se sono stati Brian Chesky e il suo compagno di casa, Joe Gabbia, a trasformare l’attività che produce un piccolo reddito da secoli in una start up che genera milioni di dollari. Airbnb è valutata 2,5 miliardi di dollari, ha 11 uffici sparsi nel mondo, un sito in varie lingue e ospita 4 milioni di persone, mettendo in contatto padroni di casa e affittuari temporanei. A un certo punto l’impresa di mediazione di Airbnd si è trovata in difficoltà: questo tipo di reddito sfuggiva alla tassazione che invece colpisce alberghi e bed & breakfast; il fisco di vari Paesi non gradiva troppo. Forse per questo parecchi che lo fanno in Italia non pensano ad associarsi a organizzazioni di questo tipo: l’affitto si trova in offerta sul web; e non va sottovalutato neppure il passaparola tradizionale.
A produrre questo reddito, che in qualche caso incide sui bilanci dissestati di singoli o famiglie, sono i flussi vorticosi del turismo culturale, del marketing e delle fiere, ma anche il desiderio di risparmiare, di trovarsi in un ambiente non anonimo visitando nuove città, o ritornandovi per necessità di lavoro. La società liquida produce redditi liquidi e questo, che all’inizio sembrava un rivolo piccolo, oggi è più di un torrente e si sta trasformando in un fiume. L’economia della condivisione, come la si definisce oggi, è anche questo. L’età del prestito avanza implacabile.