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 2015  marzo 23 Lunedì calendario

Elezioni dipartimentali in Francia: Marine Le Pen frena e Sarkozy vola in alto. Dopo due anni di “pausa”, il presidente dell’Ump incassa l’etichetta di “primo partito di Francia”. Intanto il premier Valls invita gli elettori di sinistra a «sbarrare la strada» al Front National, votando anche per l’Ump nei ballottaggi

La grande marea si è vista sulle coste atlantiche, ma non è arrivata nelle urne. L’onda lunga “bleu marine” si è fermata. Dopo una serie ininterrotta di successi elettorali dal 2012 a oggi, il Front National non riesce a conquistare il primo posto nelle elezioni dipartimentali, così come sperava Marine Le Pen. L’exploit delle elezioni europee, quando il Fn aveva superato tutte le altre forze politiche francesi, non si è ripetuto. A sorpresa, l’estrema destra ottiene tra il 24 e il 26%, a seconda delle proiezioni. Per una volta i sondaggisti hanno sbagliato: tutti prevedevano un picco fino al 30%. Il Fn è al terzo posto dietro all’Ump e al Ps: i due tradizionali partiti possono contare su un risultato più ampio, grazie ai voti degli alleati, così come prevede il sistema francese maggioritario a doppio turno. L’Ump, insieme ai centristi dell’Udi, registra tra il 29 e il 31% delle preferenze e fino al 37% sommando anche i voti di altri partiti con cui si è presentato localmente. Il partito socialista oscilla tra il 19 e il 21%, ma sale fino al 35% con le altre formazioni, anche se in molti scrutini la gauche si è presentata divisa. Proprio il frazionamento della sinistra ha provocato l’eliminazione dei candidati Ps al primo turno.
Una brusca frenata per Marine Le Pen che da quando ha preso la testa del partito ha incassato solo vittorie e record. Nonostante la sconfitta simbolica, quel primato svanito, il Fn ha guadagnato quasi dieci punti rispetto alle dipartimentali di quattro anni fa e arriva comunque in testa in molti dipartimenti, l’equivalente delle nostre province, come nel Pas-de-Calais (35,6%) e nel Vaucluse (40%), con la possibilità di vincere al ballottaggio. Un “radicamento” sul territorio che Le Pen rivendica: «Il voto massiccio per il Front National, che si radica elezione dopo elezione, mostra che i francesi vogliono ritrovare la libertà», ha esultato la presidente del Fn, invitando il premier Manuel Valls a «presentare subito le dimissioni». Valls ha invece cercato di minimizzare la débâcle chiamando gli elettori di sinistra a «sbarrare la strada» all’estrema destra, votando anche per l’Ump nei ballottaggio laddove la gauche è stata eliminata.
L’altro protagonista della serata è Nicolas Sarkozy. L’ex presidente tornato in politica dopo la sconfitta del 2012 e oltre due anni di “pausa”, incassa l’etichetta di “primo partito di Francia” che è sfuggita a Le Pen, posizionandosi di fatto come rivale forte davanti al Fn. L’Ump ha la quasi certezza di uscire grande vincitore dei ballottaggi che si terranno domenica prossima, grazie alla debolezza del partito socialista e alla battuta d’arresto dell’estrema destra. Sarkozy, 60 anni, si è ripreso la presidenza dell’Ump a novembre, dopo un lungo calvario giudiziario. A luglio è stato il primo ex presidente nella storia della République ad essere posto in custodia cautelare, e successivamente messo in stato d’accusa per corruzione, traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio. Il leader dell’Ump ha diversi procedimenti ancora in corso ma ora comanda nel partito e dopo il risultato di ieri può sperare in una nuova popolarità in vista della sfida decisiva delle presidenziali del 2017. Sarkozy ha fatto una campagna serrata, riprendendo argomenti del Fn come il bando del velo nelle università o del maiale nel menù delle scuole, ma ha anche avuto l’abilità di pacificare (almeno in apparenza) la sua famiglia politica. Le lotte intestine che hanno accompagnato il partito neogollista negli ultimi due anni sono state per ora messe da parte. E Sarkozy ha siglato un’alleanza con i centristi dell’Udi, allargando la base elettorale.
Proprio quello che non è riuscito a fare il Ps, che paga le divisioni della maggioranza, tra Verdi cacciati dal governo l’estate scorsa e frondisti socialisti che hanno votato contro le riforme economiche. Il breve sussulto che aveva avuto François Hollande nei sondaggi dopo gli attentati parigini di gennaio sembra già svanito. Anche se la gauche è andata meno peggio che altre volte, il primo test elettorale dopo gli attacchi di Charlie Hebdo ha confermato la tendenza negativa delle ultime tornate elettorali.