La Stampa, 23 marzo 2015
Spagna, in Andalusia irrompe Podemos. Vittoria dei socialisti nelle regionali, ma il partito degli “indignados” va oltre il 15%. Crollo dei popolari di Rajoy che perdono 14 punti. L’astensione arriva al 40 per cento
Vittoria dei socialisti (Psoe) nella regione in cui governano ininterrottamente da 33 anni, débâcle dei popolari (Pp, centro-destra) del premier Mariano Rajoy e dei comunisti (Lu), ottima performance di Podemos, sinistra radicale, che con appena 14 mesi di vita si piazza al terzo posto nel suo primo test territoriale dopo le europee 2014, ed in misura minore di Ciudadanos, che irrompe sempre per la prima volta nel parlamentino di Siviglia. E crisi del bipartitismo Pp-Psoe, che insieme raggiungono il 62% dell’elettorato, 18% in meno rispetto all’80% delle omologhe elezioni del 2012, in un anno che prevede altre tre competizioni, amministrative il 24 maggio, regionali catalane il 27 settembre e legislative a fine anno in data ancora da definire.
Questa la sintesi dei risultati delle regionali anticipate di ieri in Andalusia, a turno unico, in cui 6.496.685 elettori hanno rinnovato 109 parlamentari. Astensione del 39,8 %, 6 punti in più rispetto alle ultime regionali del 2012.
Vince ma non convince
Con il 83% dei voti i scrutinati, il Psoe della presidentessa regionale della Rosa, Susana Díaz, avvocata di 40 anni, in carica dal 2013, ha ottenuto il 35,5% (aveva il 39,5%) e 49 seggi. Per il Pp, che nel 2012 era il primo partito con il 40,6% e 50 seggi, è una batosta: consegue solo il 26,6% e 33 deputati, 17 in meno, un responso che vaticina un’altra sconfitta nelle amministrative per un partito che governa in tutte le principali città dell’Andalusia. Anche per Lu il risultato è catastrofico: prende 5 seggi.
Piena conferma, invece, di Podemos, sinistra radicale, La sua candidata, la vulcanica Teresa Rodríguez, 33 anni, insegnante di letteratura, ex Lu, ottiene il 15,2% e 15 seggi. Ciudadanos, un partito catalano che è diventato nazionale, centralista e liberale, entra con 9 deputati.
Gli analisti
Tutti gli osservatori sono concordi nell’affermare che le regionali dell’Andalusia, la regione con più disoccupati di Spagna, dove la corruzione dilaga vede sul banco degli indagati tutto l’ex esecutivo socialista regionale, siano un laboratorio politico per il futuro del Paese, guidato con maggioranza assoluta dal Pp. Non solo per il futuro della governabilità, visto che tutti i sondaggi piazzano Podemos primo nelle intenzioni di voto diretto e tra il primo e il terzo nelle stime di voto. Ma soprattutto per le alleanze post-elettorali. Sia Pp che Psoe, che sono abituati a governare al massimo con appoggi esterni dei nazionalisti baschi o catalani, adesso dovranno cercarsi nuovi alleati. Díaz, che chiedeva un maggioranza socialista per un governo stabile, ha fallito il bersaglio e dovrà scendere a patti.