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 2015  marzo 21 Sabato calendario

Gli attentati terroristici in Yemen fanno 140 morti • La Pirelli diventerà cinese • Lupi si è dimesso, ora potrebbe toccare ai sottosegretari indagati • Dall’anno prossimo serviranno quattro mesi di lavoro in più per andare in pensione • Durante l’eclissi si è consumata più energia


Yemen Ieri mattina quattro attentatori si sono fatti esplodere in due moschee sciite della capitale dello Yemen, Sana’a. Il bilancio provvisorio parla di 140 morti e quasi 350 feriti. Un primo kamikaze ha tentato di entrare in quella di Badr, la più frequentata dai militanti Houthi in centro città. Bloccato da una guardia sul portone, si è fatto saltare in aria. Nel caos seguente, un secondo jihadista imbottito di tritolo si è gettato nell’edificio causando la strage maggiore. Quasi nello stesso momento due altri kamikaze hanno portato devastazione e morte nella moschea al-Hashoosh, posta nei quartieri settentrionali, frequentata in maggioranza da sciiti ma anche da sunniti locali. Un terzo attacco molto simile doveva aver luogo nella moschea di Saada, ma l’attentatore è stato ucciso in tempo dalle guardie. L’azione è stata rivendicata poco dopo sulla Rete dalle cellule degli estremisti sunniti locali, che dal novembre scorso hanno annunciato la loro alleanza allo Stato Islamico (Isis) di Abu Bakr al Bagdadi. La rivendicazione, però, è da verificare perché la guerra civile yemenita, che infuria da oltre un decennio tra elementi sciiti sostenuti dall’Iran e le componenti sunnite aiutate dall’Arabia Saudita, vede tra i ranghi di queste ultime una presenza di Al Qaeda, già in passato responsabile di azioni molto simili a quella di ieri. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Pirelli La Pirelli sta per diventare cinese. L’azienda degli pneumatici nata 142 anni fa a Milano avrà presto Chem-China, conglomerata a controllo statale, come socio di maggioranza assoluta. Ha detto Marco Tronchetti Provera: «Entro il weekend si chiude. Ci sono ancora dei passi da fare». I cinesi vogliono il 51% della nuova catena di controllo e per farlo sono disposti a investire 3,5 miliardi di euro. Camfin, holding del 26% dei titoli Pirelli, ha comunicato: «Sono in corso trattative con un partner industriale internazionale per un’operazione sulla partecipazione in Pirelli, finalizzata a garantire stabilità, autonomia e continuità nel percorso di crescita del gruppo, che manterrebbe gli headquarter in Italia». Tra gli elementi in limatura, «il trasferimento dell’intera partecipazione Camfin al prezzo di euro 15 per azione a una società italiana di nuova costituzione, controllata dal partner industriale internazionale con contestuale reinvestimento di Camfin in detta società», e a seguire «un’offerta pubblica di acquisto sulla totalità delle azioni Pirelli». Un secondo comunicato Camfin specificava che «l’Opa verrebbe lanciata sulla totalità di Pirelli al medesimo prezzo di 15 euro per azione». A tutti 15 euro, per totali 7 miliardi: ma in due tempi diversi. Prima ai soci Camfin, che avranno 1,9 miliardi e pare ne reinvestiranno una metà per restare azionisti di peso. Poi il mercato, che ieri tra rotondi scambi anticipava gli sviluppi e ha portato Pirelli, sui massimi dagli anni ’90, a 15,23 euro (+2,2%).

Dimissioni Dopo il discorso in Senato («Esco dal governo a testa alta») il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi (Ncd), ha lasciato l’esecutivo. Renzi assumerà l’interim per un breve periodo. Comunque, anche per le pressioni esterne, il premier avrebbe deciso di affrontare il tema dei sottosegretari indagati. Rischiano la poltrona Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario alle Infrastrutture, Filippo Bubbico (Pd), viceministro all’Interno, indagato per abuso d’ufficio, il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione (Ncd) finito in un’inchiesta per appalti da quasi 100 milioni, Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute, con un procedimento in corso per una fornitura di francobolli quando era presidente della Basilicata, Francesca Barracciu (Pd), sottosegretario ai Beni culturali, indagata per peculato nell’inchiesta «spese pazze» dei gruppi regionali sardi.

Pensioni Dal 1° gennaio 2016 ci vorranno 4 mesi in più per andare in pensione. I 4 mesi in più si sommano sia al minimo d’età richiesto per la pensione di vecchiaia sia al minimo di anni di contributi per la pensione anticipata. Questo significa che dal primo gennaio 2016 ai lavoratori dipendenti maschi, sia del privato sia del pubblico, e ai lavoratori autonomi per andare in pensione di vecchiaia non basteranno più 66 anni e tre mesi d’età, come fino alla fine del 2015, ma ci vorranno 66 anni e sette mesi (oltre a un minimo di 20 venti anni di contributi). Stessa cosa per le lavoratrici dipendenti del pubblico impiego, mentre per quelle del settore privato l’aumento, sempre nel 2016, sarà più forte perché segue uno specifico percorso di armonizzazione fissato dalla legge, che prevede un aumento da 63 anni e 9 mesi, valido fino al termine del 2015, a 65 anni e 7 mesi. Discorso analogo per le lavoratrici autonome che passeranno dagli attuali 64 anni e 9 mesi a 66 anni e un mese dal primo gennaio 2016. Questo aumento è l’esito dell’adeguamento all’aspettativa media di vita introdotto nel 2010 per rafforzare la sostenibilità finanziaria del sistema.

Eclissi Ieri si è vista l’eclissi di Sole, coperto in Italia al 50% (con un picco al nord del 70%), la luce è diventata metallica e crepuscolare e la temperatura si è abbassata alle 10 e mezza. Persone non attrezzate si sono messe a scrutare in cielo: 23 a Roma e 2 a Milano sono stati portati al pronto soccorso per problemi alla vista. Ripercussioni energetiche: la rete elettrica europea è stata messa alla prova, non per il temuto calo dell’energia solare, ma perché gli appassionati delusi dalle nuvole si sono rivolti a Internet e televisione. In Gran Bretagna 10 milioni di tv e 3,2 milioni di teiere si sono accese contemporaneamente, provocando un picco di 2 gigawatt. La Germania, che dispone di 38 degli 89 gigawatt di capacità solare in Europa, ha retto bene al calo di irraggiamento. L’energia generata dal Sole era di 21 gigawatt alle 9 e mezza, 6 alle dieci e mezza e 15 un’ora più tardi. La rapidità dello sbalzo ha creato un temporaneo aumento dei prezzi delle altre fonti energetiche (Dusi, Rep).

(a cura di Daria Egidi)