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 2015  marzo 20 Venerdì calendario

Enel annuncia un piano per il 2015-2019 con dividendi sempre più ricchi. Il titolo viaggia così in forte rialzo a Piazza Affari, dove termina la seduta in crescita del 3,34%

Il prezzo del petrolio sempre più basso non spaventa il bilancio dell’Enel, che a differenza dell’altro gigante italiano dell’energia, cioè l’Eni, annuncia un piano strategico 2015-2019 con dividendi sempre più ricchi. Il titolo viaggia così in forte rialzo a Piazza Affari, dove termina la seduta in crescita del 3,34%.
Francesco Starace ha presentato ieri agli analisti a Londra il suo primo piano quinquennale proponendo per il 2015 un payout (cioè una quota del dividendo sugli utili) in aumento al 50% e in crescita di 5 punti percentuali anno dopo anno fino a raggiungere il 65% nel 2018. Se l’utile netto fosse basso, è garantito un dividendo minimo per azione di 0,16 euro per il 2015 e di 0,18 euro per il 2016. Per il 2014 il dividendo è di 0,14 euro per azione, contro 0,13 per il 2013.

Giù il debito

Quello del 2014 è ancora un bilancio di parziale crisi, con diversi segni meno ma anche con qualche indicazione che il peggio sia passato. I ricavi scendono del 3,7% a 75,7 miliardi, però l’utile netto dell’Enel è sempre molto ricco: 2,9 miliardi (la limatura è del 4%). È importante notare che il debito netto dell’Enel, considerato negli scorsi anni eccessivo dagli analisti, si ridimensiona del 5,9% a 37,3 miliardi di euro. Per migliorare la situazione sono in corso cessioni di attività non essenziali per 2 miliardi e ne sono in programma altre per 3 miliardi.
Il piano strategico da qui al 2019 prevede 34 miliardi di investimenti, in netto aumento rispetto ai 29,7 del precedente piano. Insomma la strategia del gruppo Enel non è difensiva ma di crescita. 
Siccome il mondo cambia e ormai l’Enel è un gruppo attivo tutti i continenti, il programma 2015-2019 dà molto rilievo all’America Latina (dove l’Enel è forte anche grazie alla controllata spagnola Endesa e alle sue propaggini) e all’Africa. Nel complesso il 60% degli investimenti del gruppo si indirizzerà ai Paesi emergenti.
Starace è arrivato alla guida del gruppo Enel dopo aver avuto per anni la responsabilità della branca verde Enel Green Power. È un fatto forse non notissimo che l’Enel è numero uno al mondo fra i produttori di energie alternative. Anche nella sua nuova veste di numero uno del gruppo Starace spinge sull’acceleratore delle rinnovabili con investimenti soprattutto negli Usa e in Messico, Cile e Brasile. 
Il nodo Russia
Si nota invece un’assenza: nel piano strategico dell’Enel la parola «Russia» non compare nemmeno. È un basso profilo che ha cause tutte politiche, ma l’Enel (come quasi tutti gli altri gruppi economici occidentali) non ha fatto marcia indietro dai suoi massicci investimenti in quel Paese, che vanno dalla proprietà di centrali elettriche all’estrazione di gas nell’Artico (in collaborazione con l’Eni). A domanda, Starace risponde: «Non siamo influenzati dalle sanzioni per l’Ucraina e non intendiamo cedere alcun asset in Russia».