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 2015  marzo 20 Venerdì calendario

Siccità, la vera minaccia del Pianeta. Il mondo è a rischio carestia. Per la Nasa sarà la peggiore degli ultimi mille anni negli Usa. E ora in California razionano anche l’acqua nei ristoranti

Una nuova Dust Bowl è in arrivo sulle Grandi Pianure. Stavolta non durerà un decennio, e non sarà come quella che John Steinbeck descriveva con le piogge leggere sulle “terre rosse e grigie dell’Oklahoma”, e le immense nuvole di polvere che si sollevavano dai campi. Stavolta, avverte il Nasa Goddard Institute di New York, la siccità potrebbe affliggere gli Stati Uniti per quasi mezzo secolo e sarà la peggiore degli ultimi mille anni. La causa: i cambiamenti climatici. L’unica soluzione: adattarsi. Cioè anche usare meno acqua per annaffiare, per lavare e lavarsi, e razionare perfino l’acqua nei ristoranti, come prevede una legge appena promulgata dallo stato della California, che stabilisce di servire la brocca in tavola solo su esplicita richiesta da parte del cliente.
La siccità sarà dovuta alla combinazione di piogge sempre più scarse e di temperature sempre più alte, che fanno evaporare la poca acqua caduta al suolo. Nel caso americano le proiezioni sono state basate su 17 dei più recenti modelli climatici e sono spietate. Possono essere lette in rete nel primo numero della rivista open access dell’AAAS, “Science Advances”. Ma Benjamin Cook, prima firma dello studio, le riassume in una frase: “le future siccità rappresentano eventi che nessuno nella storia degli Stati Uniti d’America ha mai dovuto fronteggiare”.
L’America centrale, infatti, è da sempre soggetta a lunghi periodi di siccità. Ma se le emissioni di gas serra continueranno a crescere al ritmo attuale, c’è una probabilità superiore all’80% di un evento senza precedenti sulle Grandi Pianure e nel Sudovest degli Stati Uniti, della durata di almeno 35 anni, tra il 2050 e il 2099. E se anche riuscissimo a ridurle, quella probabilità calerebbe al 60-70% sulle Grandi Pianure per rimanere intorno all’80% nel Sudovest. Cioè “anche negli scenari intermedi, vediamo un caldo secco che ci porta oltre le peggiori siccità del passato della regione”, conclude Cook. Il riferimento è alla cosiddetta Anomalia climatica medievale, un periodo di temperature molto alte tra l’800 e il 1300 d. C. A farne le spese furono gli indiani Anasazi, o Pueblo Ancestrali: un popolo originario degli attuali Utah, Colorado, Arizona e Nuovo Messico, che si è estinto lasciando poche tracce di sé.
Quanto al resto del mondo, la musica non è diversa: “lo Working Group II del quinto Rapporto di Valutazione dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) delle Nazioni Unite evidenzia i rischi regionali e punta il dito su diverse parti del pianeta”, sottolinea Sergio Castellari, del Centro Euro- Mediterraneo sui Cambia- menti Climatici (CMCC) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Allora è davvero il momento di adattarsi.
Per esempio, “si tratta di studiare colture più tolleranti alla scarsità di acqua e sistemi di irrigazione più sostenibili, e soprattutto di stabilire priorità attente nell’uso delle risorse”, prosegue Castellari. È quello che è scritto anche nella nostra Strategia nazionale di adattamento, la cui stesura si è conclusa pochi mesi fa ed è stata coordinata da Castellari stesso: “perché anche l’Italia è interessata, e potrà essere sempre più interessata, dal rischio siccità”.
Non tutte le soluzioni sono però percorribili. In America, per esempio, le acque del Lago Mead e del Lago Powell, i più grandi bacini artificiali del Nordamerica, stanno registrando i livelli più bassi della storia.
Per questo in California si è pensato a una soluzione in grande, e a una in piccolo. In piccolo, l’acqua dei giardini, delle lavatrici e dei ristoranti. In grande, si sta costruendo un immenso impianto di desalinizzazione delle acque di mare nella cittadina di Carlsbad. Sarà completato nel 2016 e costerà un miliardo di dollari. Ogni giorno succhierà 400 milioni di litri di acqua dall’Oceano Pacifico e restituirà 54 milioni di litri di acqua potabile. Cioè appena il 10% del fabbisogno della regione. Ma così sarà anche una delle sorgenti di acqua dolce più costose al mondo. Non solo: un desalinizzatore richiede grandissime quantità di energia per funzionare. E se è alimentato a combustibili fossili, diventa una di quelle attività umane che produce gas serra, che a sua volta è responsabile del riscaldamento globale.
Nel dettaglio, l’impianto di Carlsbad consumerà più di 35 MW di elettricità (una potenza equivalente al consumo di trentamila case). Proprio per questo non è considerato dagli esperti una buona strategia. “L’adattamento deve integrarsi con la mitigazione”, chiosa Castellari. Cioè: adattarsi a un pianeta sempre più caldo lo si deve fare senza creare nuovi danni. Per i Pueblos ancestrali e per gli americani di John Steinbeck la siccità fu invincibile. Vediamo, adesso, che cosa sapremo fare noi.