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 2015  marzo 20 Venerdì calendario

Come si sta comportato il nuovo Congresso americano a maggioranza repubblicana? I leader faticano a disciplinare i membri più ideologici di estrema destra del Tea Party, che si lancia in battaglie simboliche destinate a produrre solo confusione

Ci si chiedeva come si sarebbe comportato il nuovo Congresso americano a maggioranza repubblicana. Molti leader repubblicani intendevano usare i due anni prima delle elezioni presidenziali del 2016 per dimostrare di essere di nuovo un responsabile partito di governo piuttosto che di opposizione, con teste calde pronte a mettere ogni due minuti un bastone tra le ruote dell’amministrazione Obama. Ora, dopo i primi tre mesi, abbiamo un’idea. I leader repubblicani faticano a disciplinare i membri più ideologici di estrema destra del Tea Party, che si lancia in battaglie simboliche destinate a produrre solo confusione. Hanno minacciato, e minacciano tuttora, di togliere il finanziamento, e quindi la capacità di pagare gli stipendi, al Dipartimento per la Sicurezza nazionale – cioè a chi dovrebbe proteggere il Paese – nel tentativo di ricattare Barack Obama e di fargli cambiare la sua politica di immigrazione. La tattica ha fallito già due volte, ma ha dato l’impressione che i repubblicani fossero disposti a giocare con la sicurezza del Paese pur di segnare qualche punto, anche se puramente simbolico.
Il Congresso, con una manovra irrituale e senza precedenti, ha invitato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a parlare senza consultarsi con la Casa Bianca. Agendo nel campo della politica estera, che compete al presidente, il Congresso cerca di interferire nella diplomazia del Paese. Con una mossa ancora più incauta, un gruppo di repubblicani ha mandato una lettera all’Iran dicendo che qualsiasi trattato firmato dall’amministrazione Obama può essere annullato con un colpo di penna dal prossimo presidente degli Stati Uniti. I trattati internazionali appartengono a una sfera riconosciuta ai presidenti, eppure il Congresso ha interferito cercando di sabotare ogni possibile negoziato sul programma nucleare iraniano.
Il Washington Post ha definito l’iniziativa repubblicana «irresponsabile e pericolosa». Il New York Times ha preso una posizione ufficiale scrivendo: «La lettera era un tentativo di spaventare gli iraniani e impedire qualsiasi accordo per limitare il loro programma nucleare per almeno un decennio. Era un tentativo sfacciato e pericoloso di sabotare il presidente su una questione di sicurezza nazionale comunicando direttamente con un governo straniero».
Il filo conduttore di questo comportamento è il riflesso istintivo dei repubblicani a comportarsi come una minoranza oltranzista di opposizione, motivata da un odio profondo per Obama, alimentato dall’avvicinarsi delle elezioni presidenziali. C’è una tendenza profonda nella destra repubblicana a vedere il partito democratico al potere come illegittimo. L’idea articolata da Ronald Reagan nella sua campagna elettorale del 1980, secondo la quale il governo non era la soluzione ma il problema, ha seminato nella destra americana un atteggiamento di odio verso qualsiasi intervento governativo (tranne quelli del loro partito). Questo ha prodotto negli Anni 90, sotto la presidenza di Bill Clinton, il tentativo di “fermare” il governo e addirittura l’impeachment del presidente. La tendenza a vedere l’avversario al potere come illegittimo è ricominciata subito con l’elezione di Obama. All’inizio ci furono teorie di cospirazione secondo le quali Obama non era nato negli Stati Uniti ed era quindi eletto illegalmente. Poi vari tentativi di abrogare, ostacolare e annacquare la riforma sanitaria, dipingendola come un ritorno alla schiavitù solo per la “colpa” di aver dato un’assicurazione sanitaria a 11 milioni di americani che prima non l’avevano.
Questa strategia oltranzista piace alla base repubblicana. Può risultare pericolosa alle elezioni del 2016 dove, secondo gli ultimi sondaggi, la maggioranza degli americani considera il partito democratico più flessibile e più aperto alle opinioni degli altri e quello repubblicano eccessivamente rigido. Certo non sta mantenendo la promessa di comportarsi come un credibile partito di governo.