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 2015  marzo 20 Venerdì calendario

E la Germania dice un altro no alla Grecia. Tsipras chiede di sbloccare rapidamente i prestiti, ma la Merkel impone il rispetto degli accordi. Hollande tenta di mediare ma diventa tutto inutile quando il premier ellenico rilancia la richiesta dei danni di guerra provocati dall’occupazione nazista

La Germania respinge ancora le richieste della Grecia. Ma, tra difficoltà, tensioni e incomprensioni, la trattativa a Bruxelles sul salvataggio di Atene continua. 
Alla fine del Consiglio dei 28 capi di Stato e di governo, intorno ieri sera alle 22, è iniziata l’attesa riunione ristretta tra il premier greco di estrema sinistra Alexis Tsipras e la cancelliera tedesca di centrodestra Angela Merkel. L’ha organizzata il presidente polacco del Consiglio europeo, Donald Tusk, invitando anche il presidente francese Francois Hollande e tre presidenti di istituzioni Ue, Mario Draghi (Banca centrale europe), il lussemburghese Jean-Claude Juncker (Commissione europea) e l’olandese Jeroen Dijsselbloem (Eurogruppo). 
Tsipras ha chiesto di trasferire al massimo livello politico il negoziato per lo sblocco rapido dei prestiti. Ha urgenza di evitare l’insolvenza e di aiutare le fasce di popolazione finite in povertà durante l’applicazione delle misure di austerità imposte dalla troika dei creditori (composta da Commissione europea, Bce e Fondo monetario di Washington). Merkel pretende, invece, il rispetto entro aprile dell’accordo tecnico sottoscritto all’Eurogruppo dei 19 ministri finanziari del 20 febbraio scorso dal rappresentante greco Yanis Varoufakis. Hollande media, riconoscendo ad Atene di poter aiutare i greci in povertà purché attui le misure di austerità volute da Berlino. 
La tensione è aumentata perché Tsipras ha rilanciato la richiesta dei danni di guerra provocati dall’occupazione nazista. Propone poi un cambio radicale dell’attuale Europa a guida di fatto tedesca. «All’Ue serve più iniziativa politica, nel rispetto della democrazia e dei Trattati, per lasciarsi alle spalle la crisi e muoversi verso la crescita», ha dichiarato il premier greco entrando nel Consiglio. Merkel ha replicato che la riunione a Bruxelles non può produrre «alcuna soluzione» perché «deve essere decisa all’interno dell’Eurogruppo» e può essere «solo sulla base dell’accordo» del 20 febbraio. La cancelliera ha frenato le aspettative anche sul suo incontro politico di lunedì prossimo a Berlino con Tsipras, dove prevede solo di «parlare in dettaglio e forse anche di litigare». Hollande ha detto di voler «ricordare, agli uni e agli altri, il rispetto degli impegni». 
I premier del Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) e di altri Paesi hanno manifestato irritazione per non essere stati ammessi all’incontro di Tsipras con Merkel e Hollande. Il premier Matteo Renzi è rimasto in silenzio e ha fatto riferire di non considerare un problema il mancato invito. Tusk si è giustificato definendo «informale«la riunione e di averla organizzata «per evitare una discussione al summit, che poteva scaldarsi un po’ troppo». 
Le prime indiscrezioni trapelate informalmente nella notte, dall’incontro in corso, non apparivano incoraggianti. E, mentre Tsipras e Merkel si scontrano, Atene rischia l’insolvenza e di non poter aiutare tanti greci vicini all’indigenza, sfrattati, senza elettricità e medicine.