Corriere della Sera, 20 marzo 2015
Oggi i 3.000 e passa viaggiatori della Costa scappati all’orrore del Bardo arriveranno a Palma di Maiorca. C’è chi tornerà a casa con il primo volo e chi ha deciso di proseguire la crociera. Non ci sono eroi o codardi. C’è semplicemente gente che reagisce diversamente di fronte alla cecità della violenza
Non ci sono stati dibattiti a bordo perché non c’è nulla da dibattere quando è la coscienza a dettare legge.
Alle 2 di notte di giovedì la Costa Fascinosa si è lentamente staccata dal porto di Tunisi per immergersi in un Mediterraneo buio almeno quanto gli animi dei suoi crocieristi. Oggi i 3.000 e passa viaggiatori scappati all’orrore del Bardo arriveranno a Palma di Maiorca. E allora ognuno avrà preso la sua decisione. Tornare a casa, interrompere la vacanza e salire su quei charter già messi a disposizione dalla Costa Crociere a Maiorca. Oppure no, proseguire fino alla prossima tappa (Marsiglia) per concludere la crociera domenica a Savona, come da programma.
Simile a un microcosmo galleggiante, con il suo carico di anime dalle mille sensibilità, la Fascinosa, che di fascinoso in queste ore ha davvero poco, assomiglia suo malgrado a un enorme caleidoscopio capace di riprodurre le mille reazioni umane di fronte al Male incarnato dal terrorismo. «Noi andiamo avanti, finiamo la vacanza, anche se ormai non si può più chiamarla così: il dolore è forte, ma è altrettanto forte la convinzione che anche questo sia un modo di reagire alla violenza di chi vorrebbe sconvolgere le nostre esistenze...»: è una voce lontana, ma ferma, che arriva dal cuore del Mediterraneo, quella di Eugenio Bonino, 70 anni, torinese di Agliè, a bordo della Fascinosa con la moglie e altri quattro amici, gente abituata alla generosità, donatori di sangue.
Sul ponte, non lontano da lui, una voce esprime concetti esattamente all’opposto: «No, basta, siamo sconvolti, vogliamo solo tornare a casa e riabbracciare i nostri cari»: si chiama Maria Antonietta Santoro ed è una delle dipendenti comunali torinesi prese in ostaggio al museo del Bardo.
Sulla Fascinosa non ci sono eroi o codardi. C’è semplicemente gente che reagisce diversamente di fronte alla cecità della violenza. Il donatore di sangue Bonino spiega le cose con calma: «Mi pare ovvio che i parenti e gli amici delle persone morte o ferite rientrino nelle loro case. E con loro anche altri che non se la sentono più di proseguire. Li capisco, però noi abbiamo deciso diversamente e non è stato semplice...».
Se non fosse per le migliaia di luci che la fanno sembrare un grattacielo galleggiante, la Fascinosa che attraccherà oggi a Palma non è nemmeno parente di quella salpata domenica scorsa da Savona in un tripudio di musica e saluti. Le animazioni sono ridotte al minimo e il morale dell’equipaggio pure, anche se la professionalità impone di non farlo vedere.
Giancarlo Bartolini, 50 anni, e la moglie Orietta, 48, oggi saliranno sul primo charter con destinazione Osimo. Li attende la figlia Giada: «Speravo potessero prendere il primo aereo da Tunisi, ma l’importante ora è che tornino». La Costa Crociere si farà carico dei rientri, ma anche di chi ha deciso di restare. Perché non è vero che lo spettacolo deve continuare. A volte, no.