la Repubblica, 20 marzo 2015
Quei commenti politici, quei titoli di giornale, quegli schiamazzi internautici a leggere i quali pare che “i Lupi”, intesi come famiglia, siano tal quali i Soprano. Un’associazione criminale. Una schiatta di mascalzoni. Quando avremo la fortuna di unire, nei giudizi sulle persone e specialmente sui politici, severità e misura?
A monte delle beghe tecnico-legali, Lupi doveva dimettersi per ragioni basiche di etica (pubblica e privata) che rendono quel gesto quasi automatico. Così come è automatico, in circostanze analoghe, snocciolare gli infiniti esempi di ministri inglesi o tedeschi che hanno levato il disturbo anche per molto meno. E questo è il punto A. Poi c’è un punto B. E sono certi commenti politici, certi titoli di giornale, certi schiamazzi internautici a leggere i quali pare che “i Lupi”, intesi come famiglia, siano tal quali i Soprano. Un’associazione criminale. Una schiatta di mascalzoni. Mi chiedo quando avremo la fortuna di unire, nei giudizi sulle persone e specialmente sui politici, severità e misura. Sentimento del diritto e umanità. Chi sbaglia deve pagare, e in Italia chi fa politica raramente paga, e ancora più raramente (il che è anche peggio) capisce le ragioni per le quali dovrebbe pagare. Ma il cappio, la gogna, lo spregio indiscriminato e sommario non solo non compensano la presunzione di impunità dei potenti impuniti; ma ne sono l’altra faccia. Immoralità e moralismo sono entrambi figli dell’assenza di morale. Morale è riconoscere l’errore, morale è non festeggiare l’errore e la caduta altrui facendo la “ola”. Morale è misurare le colpe (non tutte dello stesso calibro) e morale è avere rispetto del colpevole. La civiltà giuridica che rivendichiamo, spesso a vanvera, non prevede l’impunità dei potenti e non prevede l’accanimento forcaiolo. Dove sta l’equilibrio, merce così rara, in Italia, che ormai costa più dello zafferano (13mila euro al chilo)? E perfino più di un Rolex?