Libero, 19 marzo 2015
Chi ha ucciso la coppia più bella di Pordenone? Il giallo del duplice omicidio. Lui 29 anni, lei 30: li hanno ammazzati in auto, a colpi di pistola, fuori dalla palestra
Quando – martedì sera a Pordenone – sono stati trovati i corpi senza vita di Trifone Ragone (29 anni) e Teresa Costanza (30 anni), uccisi a colpi di pistola dentro l’auto di lui, il primo pensiero è stato a un omicidio-suicidio, a una crisi di coppia sfociata nella follia. Ben presto però, dopo i primi rilievi, quella che appariva una tragedia familiare è diventato qualcosa di più complesso. Un duplice omicidio. Un’esecuzione. Un vero giallo. Perché né all’interno dell’auto né nel parcheggio circostante è stata trovata la pistola calibro 7.65 che ha sparato i cinque colpi uccidendo, a freddo, i ragazzi: lui, militare del 132esimo Ariete carri di Cordenons, originario di Monopoli, una passione per la palestra e una fascia locale, quella di Lignano al concorso di Mister Friuli Venezia Giulia; lei, nata ad Agrigento, una laurea alla Bocconi nel 2010 in Marketing Management e ora subagente della compagnia Zurich. Trifone e Teresa, Teresa e Trifone. Belli, innamorati, tranquilli, senza precedenti penali e senza strani giri: vivevano insieme da poco più di un anno, dopo che la ragazza si era trasferita da Milano a Pordenone.
Esclusa la pista dell’omicidio-suicidio (ieri sono stati effettuati anche rilevamenti balistici per determinare la direzione degli spari), dunque, gli inquirenti stanno cercando di capire quale può essere stato il movente per un delitto tanto efferato. Gelosia? Questioni di droga? Malavita? Difficile formulare ipotesi ora (di sicuro l’intento era quello di uccidere entrambi, perché la ragazza era in auto ad aspettare, da sola, già da molti minuti), ma ciò che è sicuro è che i due ragazzi sono stati sorpresi dal killer e non hanno avuto tempo di reazione. «Dalle prime verifiche non sono emerse situazioni particolari o minacce più o meno recenti nei confronti della coppia, che pare conducesse una vita normale – ha spiegato Marco Martani, il procuratore della Repubblica di Pordenone – I controlli proseguono senza soluzione di continuità e non tralasciamo alcuna pista».
Trifone Ragone, sottufficiale dell’Esercito, era noto negli ambienti della pesistica dove aveva ottenuto anche buoni risultati agonistici e anche martedì pomeriggio si era presentato alla palestra Skorpion, in via Mendola, per allenarsi. Poco dopo lo aveva raggiunto la fidanzata, che «era arrivata sorridente e aveva detto che sarebbe ripassata più tardi dopo essere andata a fare la spesa», spiegano i compagni di pesi. Alle 19.30 Trifone è uscito dalla palestra, ancora in ciabatte, per raggiungere Teresa nel parcheggio del vicino Palasport. Ma non è più rientrato.
Alle 20 sono stati lanciati i primi allarmi. Un ragazzo si è presentato alla portineria dei vigili del fuoco, davanti al palazzetto: «Chiamate l’ambulanza, ci sono due feriti, non si muovono». Negli stessi istanti un’istruttrice di yoga appena uscita dalla palestra, nell’aprire la propria auto ha sentito «dei vetri sotto le scarpe. Ho alzato la testa e visto il finestrino sfondato e due ragazzi riversi. Non mi sono ulteriormente avvicinata, sono corsa in palestra e ho chiesto aiuto». Era la scena del delitto: nella Suzuki Alto di color bianco, al posto di guida e con la testa accasciata a sinistra sul finestrino rotto, c’era Teresa; sul sedile del passeggero, supino, Trifone.
Sul posto, in pochi minuti, due ambulanze del 118 e l’automedica, i carabinieri della Compagnia di Pordenone con la scientifica, i vigili del fuoco (che con una fotoelettrica hanno illuminato a giorno il parcheggio nord del palasport), il pubblico ministero Pier Umberto Vallerin e il medico legale Giovanni Del Ben. Dopo aver rimosso i corpi è stata smontata l’auto – nel cui bagagliaio vi erano diverse valigie e nessun biglietto – alla ricerca dell’arma (di uso civile e non militare) che aveva esploso cinque colpi sui sette disponibili (due bossoli sono stati ritrovati a terra). Ma la calibro 7.65 non è stata trovata e quello che, apparentemente, sembrava un dramma di coppia, si è immediatamente trasformato nel giallo del duplice omicidio.