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 2015  marzo 19 Giovedì calendario

Le vittime e i dispersi italiani a Tunisi, dal pensionato all’impiegata. Costa Crociere: quattordici passeggeri non sono tornati a bordo della nave. Tra i dispersi anche una donna di Meda in viaggio con il marito

Giuseppina Biella, pensionata di Meda (Monza-Brianza) è caduta davanti agli occhi del marito, ieri mattina, falciata dalle raffiche di kalashnikov dei terroristi tunisini, proprio mentre stava scendendo dal pullman, lei come tanti altri turisti in crociera, fuori dal museo del Bardo. La signora Giuseppina, 70 anni compiuti, ora figura nell’elenco degli italiani di cui non si hanno più notizie dal momento dell’attentato che ha insanguinato Tunisi. Sarebbero 4 in tutto, ma l’Unità di Crisi della Farnesina è ancora al lavoro per stilare il bilancio definitivo.
Il marito della signora Biella, Sergio Senzani, miracolosamente rimasto illeso, ha chiamato subito casa per dare l’allarme. Così, dopo pochi minuti, ha squillato a Roma il telefono della senatrice Lucrezia Ricchiuti (Pd), amica di famiglia, che ha provato anche lei a dare una mano nell’affannosa ricerca di notizie. Invano.
Doveva essere una settimana finalmente senza pensieri, quella di Sergio e Giuseppina, nativi di Desio, lui reduce da un’operazione all’anca, lei – ancora una bella signora, alta bionda e magra – che assai lentamente stava riprendendo ad assaporare il gusto della vita, dopo la scomparsa per una brutta malattia, nel dicembre del 1999, della loro figlia Sabrina, morta a 27 anni. Un lutto che li aveva sconvolti, inducendoli a chiudere rapidamente anche la loro salumeria di Corso d’Italia, a Meda, aperta un giorno facendo tanti sacrifici. Erano rimasti così con l’altro figlio, Silvio, intrattenitore nei villaggi turistici, ma con una certa esperienza di animazione – così pare – proprio sulle navi da crociera e chissà allora quante volte lui avrà detto a Sergio e Giuseppina di prendere il largo finalmente dalla malinconia e di provare un poco a divertirsi. Invece il destino è stato ferocissimo con i crocieristi della Costa Fascinosa. Crociera di sangue e terrore. Dopo un giorno da incubo, a mezzanotte e trenta minuti, la nave ha lasciato Tunisi diretta a Palma di Maiorca: 14 passeggeri non hanno risposto all’appello.
Di certo, non c’è più speranza per Francesco Caldara, di Novara, 64 anni, pensionato anche lui. Ieri sera alle 22 il ministero dell’Interno ha telefonato a casa della nipote Milena per annunciarne ufficialmente il decesso. Il signor Francesco era partito in vacanza con Sonia Reddi, 55 anni, la sua compagna. Anche loro due sono finiti subito sotto la gragnuola di colpi dei mitragliatori. Sonia, choccata, ha avuto solo la forza di chiamare sua sorella Wanda, a Novara. Piangeva disperata: «Io sono stata ferita a un braccio e a una spalla, Francesco l’hanno portato in ospedale, ma è gravissimo, temo per la sua vita». Poi il suo telefonino si è spento.
Vivono ore d’angoscia anche i due figli, Simone e Giacomo 20 e 24 anni, di Antonella Sesino, 53 anni, di San Mauro Torinese, che era partita in gita sulla Costa Fascinosa con i suoi amici del circolo ricreativo dei dipendenti del Comune di Torino. Un’allegra comitiva di 31 persone. Per il sindaco Piero Fassino, «Antonella risulta dispersa». Era tra gli ostaggi del museo. Come la sua collega, Carolina Bottari, 51 anni, anche lei dipendente del Comune di Torino, anche lei come Antonella in ostaggio dentro al museo del Bardo, che è riuscita invece a lanciare almeno un sos. Vicino a lei suo marito, Orazio Conte, dipendente della Regione Piemonte, anche lui entrato a tarda notte nella lista ufficiale delle vittime, mentre un’altra collega di Carolina, Anna Abagnale, è stata rintracciata viva in un ospedale.
Il primogenito di Orazio Conte, Marco, 26 anni, studente di Ingegneria, non si dà pace: «Avevo parlato con loro martedì pomeriggio, al telefono. Gli avevo raccontato che avevo appena superato un colloquio di lavoro e che presto, perciò, sarei dovuto partire per uno stage all’estero. Mamma era contentissima. Ma adesso...». Mamma Carolina, per fortuna, adesso è ricoverata in ospedale, lei è una dei tredici italiani ufficialmente rimasti feriti.
Eppoi ci sono, invece, tutti gli altri: quelli che per miracolo si sono salvati e hanno già chiamato i parenti a casa. Come il professor Luigi Di Ruocco, che guidava i trenta studenti dell’istituto alberghiero «Comite» di Maiori (Salerno): «Era prevista un’escursione a terra, ma all’ultimo abbiamo deciso di non scendere dalla nave...».
Il più intervistato di tutti è Antonello Tonna, il pianista della Fascinosa. E sì, perché lui era in servizio anche il 13 gennaio del 2012 sulla Concordia. Fu uno dei superstiti del naufragio: «Sto rivivendo le stesse forti emozioni di quella notte. Stavolta, quando c’è stato l’attacco, è stata mia moglie a inviarmi un sms per dirmi di andare via, ero in un villaggio poco distante».
In Italia, intanto, mentre arrivavano le prime immagini di quell’orrore, molti amici e parenti riconoscevano i propri cari proprio dalla televisione.
Come Paola Melandri e Oriana Serrandrei, apparse all’improvviso davanti agli occhi dei colleghi della Cassa di Risparmio di Ravenna. Tremanti, ma salve. E salvi risultano essere anche tutti gl’italiani sbarcati a Tunisi, invece, dalla nave Splendida della Msc Crociere: tutti fuori pericolo, rende noto la compagnia.
Da brividi la storia di una coppia di ebrei romani, che a un tratto forse avranno pensato di essere proprio loro i bersagli: Alberto e Anna Di Porto, 71 e 60 anni, si sono trovati in mezzo alle raffiche. Uno dei figli, Ariel, è il rabbino capo della Comunità ebraica di Torino: «Adesso – annuncia – li riporto a casa».
Sorride, infine, Nicola Previti, 34 anni, mago illusionista di turno sulla Costa Fascinosa. E ne ha motivo. Era appena sceso dalla nave e stava andando a farsi un giro nel centro di Tunisi, quando da Treviso lo ha chiamato sua mamma, incollata alla tv: «Scappa, scappa, c’è un attentato, torna subito a bordo».
E lui l’ha fatto.