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 2015  marzo 19 Giovedì calendario

Le intercettazioni, ormai, precipitano sui giornali come la pioggia primaverile: un fatto normale, atmosferico, non protesta più nessuno. Renzi se le merita, le intercettazioni: perché in questi giorni non ha scoperto niente di nuovo

Le quali intercettazioni, ormai, precipitano sui giornali come la pioggia primaverile: un fatto normale, atmosferico, non protesta più nessuno. Qualche politico apre l’ombrello e spera che smetta, altri giurano che sarà la primavera più piovosa dall’Ottocento. Da un lato si stra-ripete che il ministro Lupi non è indagato, dall’altro si considera scontato che le sue telefonate finiscano sui giornali: ma siccome c’è una sostanza diciamo morale (che poi sarebbero il Rolex e l’impiego al figlio) ormai si accetta come assodato una sorta di controllo sociale esercitato dalle procure. Intanto giornalisti e politici, indignati a molla, si riempiono regolarmente la bocca con la frase “in quale Paese del mondo” ma dimenticano che in nessun paese del mondo si pubblicano intercettazioni come da noi. Fa niente, tanto è persa: anche perché gli scandali e le intercettazioni, per questa classe politica, corrispondono alla sola certificazione di un problema: il quale problema, prima che deflagri sui giornali, non esiste e non c’è ragione di occuparsene. Ecco perché Renzi se le merita, le intercettazioni: perché in questi giorni non ha scoperto niente. Renzi, a meno di preoccupanti tare mentali, circa le relazioni tra Ercole Incalza e il ministero delle Infrastrutture sapeva tutto quel che bastava: al pari di condotte “incompatibili” come già le ritenne, in passato, solo dopo che erano esplose sui giornali. Tardi e male, dunque.