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 2015  marzo 18 Mercoledì calendario

Vita da Mattarella, l’eremita del Colle. A quasi due mesi dall’elezione l’esistenza segreta del nuovo inquilino del Quirinale. Per far dimenticare Napolitano

Un uomo solo al Colle. Da meno di due mesi, saranno due esatti alla fine di marzo, Sergio Mattarella ha una vita a due piani. Sopra, l’appartamento privato nell’immenso palazzo del Quirinale. Sotto, lo studio. Diversamente da Giorgio Napolitano, il nuovo capo dello Stato eletto il 31 gennaio di quest’anno, Mattarella alloggia nella stessa abitazione che fu di Scalfaro e Ciampi. Re Giorgio, invece, per motivi di salute e di scale andò con la moglie nelle stanze di solito riservate al consigliere diplomatico, al piano terra. Quando il presidente le ha viste, nella sua prima visita al Quirinale, ha esclamato: “È enorme questo appartamento. È più grande di quello del capo dello Stato. Com’è possibile che il consigliere diplomatico abbia più spazio del presidente?”.
Due computer
Ogni mattina, Mattarella si accomoda nel suo studio tra le otto e mezzo e le nove meno un quarto. Sopra, nel suo appartamento, ha già dato una scorsa a quotidiani e rassegna stampa. Sulla scrivania, con il suo insediamento, sono stati montati due computer a schermo piatto. Napolitano, è noto, non navigava in Internet e dettava tutto alla sua segreteria. Sul primo monitor ci sono le agenzie di stampa. Sul secondo va per siti o scrive. Quando non ci sono impegni, il dodicesimo capo dello Stato studia i dossier del momento, alcuni dei quali arrivano dalla Presidenza del Consiglio. I suoi collaboratori riferiscono che non sbaglia chi lo ha accostato a Luigi Einaudi, il primo vero presidente della Repubblica, dopo il provvisorio Enrico De Nicola. L’ambizione di Mattarella è di essere “il primo impiegato d’Italia”. Uno degli ultimi dossier cui si è applicato con “scrupolo e accuratezza” riguarda la giustizia.
Pranza con i vecchi amici
Alle 13 e 30, il capo dello Stato risale nel suo appartamento per pranzare. Spesso è da solo oppure ha qualche vecchio amico come ospite. È il caso, per esempio, del deputato del Pd Francesco Saverio Garofani. Il riposino postprandiale è di mezz’ora al massimo, su una poltrona. Poi ridiscende nello studio. Al di là dell’agenda ufficiale, Mattarella riceve privatamente, senza darne notizia con un comunicato (altra ossessiva prassi di Napolitano), alcuni esperti di questioni sociali ed economiche. Una scelta, raccontano, in linea con quella che è al momento la cifra del suo settennato: la fatidica “distanza tra il Palazzo e la gente”. Uno degli studiosi incontrati recentemente è l’economista Piero Barucci, ex ministro del Tesoro nei governi tecnici di Amato e Ciampi, all’inizio degli Anni Novanta.
La messa con i nipotini
La cena è alle venti e trenta. Mattarella è vedovo. Ha perso la moglie Marisa da tre anni e da allora quel “vuoto creato non si è mai colmato”. Un vuoto che la grandezza del Quirinale tende ad amplificare. Di sera, la solitudine del capo dello Stato è mitigata dalla presenza dei corazzieri. Il capo dello Stato ha tre figli e sei nipotini, che vivono a Roma. Sono loro che durante la settimana vanno a trovarlo all’ora di cena. Oppure è lui a uscire. Ma le “evasioni” dal Quirinale sono problematiche. Almeno per Mattarella. La sobrietà del presidente è anche una sorta di necessità “per evitare agli altri il fastidio della scorta”. Ovvero una nutrita squadra di agenti che si muove con lui per motivi di sicurezza. Ed è per questo che la domenica ha rinunciato alla santa messa nella basilica dei Santi Apostoli, dove andava sino all’elezione. Adesso le domeniche e le altre feste di precetto vengono santificate in una celebrazione alle undici in una cappellina del Quirinale, aperta per l’occasione ai familiari. Il “peso” della scorta gli ha fatto rinunciare anche ai frequenti ritorni nella sua città, Palermo. Adesso, quando “scenderà giù”, sicuramente su un volo di linea, sarà solo per una visita al cimitero, sulla tomba della moglie Marisa.
Al telefono con Parolin
Mattarella non ha un appuntamento settimanale, seppur telefonico, con il presidente del Consiglio. Anzi. Capita così, al capo dello Stato, di sentire di più il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin. Il ritratto di Mattarella in questi primi due mesi al Quirinale è quello di un monaco laico, che non rinuncia però alle “battute argute” con i suoi collaboratori e alle partite di calcio in tv, probabilmente su Sky. Mattarella non è un tifoso sfegatato, piuttosto si definisce “un appassionato del bel gioco”. In ogni caso, tifa per il Palermo. L’unico viola che predilige non riguarda Renzi e la Fiorentina, ma la Quaresima, che per i cattolici è il deserto penitenziale che precede la Pasqua. Mattarella non fa fioretti, però. Si limita a non mangiare carne, nei venerdì quaresimali.