la Repubblica, 18 marzo 2015
Al Gore torna a sognare la Casa Bianca. Acquista sempre più popolarità grazie a un festival che attira imprenditori e talenti creativi dell’economia digitale. E tra un «dobbiamo castigare i negazionisti del clima» e un «gli investitori lungimiranti puntano sulle rinnovabili», l’ex «profeta di malaugurio è diventato un profeta della possibilità»
Gli scandali che lambiscono la reputazione di Hillary Clinton lanceranno... Al Gore? Il tormentone su Gore alla Casa Bianca – una presidenza che gli fu scippata nell’elezionetruffa del 2000 – torna in auge. La sua visibilità è di nuovo alle stelle. Grazie a un festival sempre più popolare: si chiama South by Southwest (Sxsw), si tiene ogni anno ad Austin, ha consacrato la capitale del Texas come una piccola San Francisco: giovanile, trasgressiva, hitech. Sxsw nacque festival di cinema e musica, ora attira talenti creativi dell’economia digitale, tecnologi, imprenditori di start-up. L’intervento di Gore ha fatto centro: «Dobbiamo castigare i negazionisti del clima, quei politici che respingono l’evidenza scientifica devono pagare un prezzo».
Il commentatore politico Ezra Klein ha afferrato l’opportunità. «Al Gore for President», ha scritto sul suo sito Vox. Ironia della situazione. I rapporti di Gore coi coniugi Clinton si guastarono per lo scandalo di Monica Lewinski, la stagista che ebbe rapporti sessuali con Bill. Sarebbe una sottile vendetta, se i problemi “etici” di Hillary (email distrutte, voli di Stato per le campagne elettorali) dovessero rilanciare l’ex-vicepresidente di suo marito. Gore, nel frattempo, è incappato pure nei suoi problemi di... immagine: dal divorzio alle avance verso una massaggiatrice.
Un’altra frase di Gore ad Austin ha catturato l’attenzione del New York Times. «L’economia di mercato sta muovendosi più rapidamente di certi politici; gli investitori lungimiranti abbandonano le aziende dell’energia fossile e puntano sulle rinnovabili». È un messaggio rassicurante, diverso da quello che gli fruttò il Nobel e un Oscar: la denuncia della catastrofe climatica nel libro+film Una scomoda verità ( Rizzoli).
Il New York Times gli dedica la copertina dell’inserto Scienze, con il titolo Il Nuovo Ottimismo di Al Gore. Spiegazione: «L’ex profeta di malaugurio è diventato un profeta della possibilità». La chiave di questa evoluzione? Da una parte c’è il dato di fatto che Gore ha sottolineato: la logica del mercato a lungo termine si sta alleando con l’ambientalismo. Fra i dati che cita, ci sono proiezioni fatte proprio nell’anno in cui sfidò George W. Bush per la Casa Bianca. Quindici anni fa, gli esperti calcolarono che l’energia eolica sarebbe arrivata entro oggi a 30 gigawatt di potenza; invece è 12 volte superiore. Il solare ha oltrepassato 48 volte la traiettoria pronosticata nel 2000. Gore ravvisa nel settore energetico il remake di una rivoluzione tecnologica che già in altri campi sconquassò tutte le previsioni. L’ottimismo di Gore si fonda anche su una realtà concreta: puntando sul verde, lui è diventato ricco. Straricco. Il suo fondo d’investimenti Generation Investment Management è la concreta dimostrazione che ambientalismo e successo economico possono convivere.
Il neo-ottimismo di Gore s’inserisce in un ripensamento “tattico” che fu lanciato un anno fa dallo Earth Institute della Columbia University di New York, presieduto da Jeffrey Sachs: per spostare le opinioni pubbliche, è importante che i temi ambientalisti siano declinati in versione positiva, non apocalittica.
In quanto alla candidatura per la Casa Bianca? Gore rinunciò già nel 2008, quando una parte della base democratica lo invocava come la terza via nell’impasse tra la Clinton e Obama. Gore disse di no. È poco probabile che voglia ritornare sui suoi passi nel 2016. Ai sospettosi però non è sfuggita un’altra frase lanciata al festival di Austin, dedicata a papa Francesco: «Con un Papa così potrei perfino convertirmi al cattolicesimo». Sui voti dei cattolici, ha già lanciato un’Opa?