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 2015  marzo 18 Mercoledì calendario

La lettera della bulla pentita: «Mi dispiace, ma adesso datemi un’altra possibilità». La 15enne che in una scuola del Vercellese ha aggredito una compagna disabile

Una bulla, si è detto. Perché ha preso a botte e a sputi una compagna di classe con problemi di disabilità, tra l’altro davanti all’insegnante che non è intervenuta. Tutto questo all’Istituto Alberghiero di Varallo Sesia (Vercelli) nel dicembre 2014. «Ho sbagliato, lo so. (...) Sono molto pentita», racconta oggi Greta, che si scusa di nuovo con la sua compagna anche se lo aveva già fatto ben prima che il filmato dell’aggressione diventasse di dominio pubblico su YouTube. Adesso, dopo la gogna e le accuse (penali), Greta chiede al mondo «una seconda possibilità». Lo fa con una lettera consegnata alla sua avvocatessa, Alessandra Guarini. «Tornassi indietro non lo rifarei» giura. E spera che questa storiaccia diventi per lei un punto di partenza.

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Sì, sono la ragazza che tutti voi state dipingendo come un mostro.
Le persone che mi conoscono, sanno che non sono una ragazza violenta, anzi, io sono dell’idea che le parole dette in una certa maniera, possano far più male di uno schiaffo.
Purtroppo, e risottolineo purtroppo, sto attraversando un brutto periodo, e a volte presi dalla rabbia e dal nervoso, si fanno cose che non si vorrebbero fare. A volte si agisce d’impulso, senza pensare a quello che si sta facendo.
Io ho sbagliato, sicuramente.
Non dovevo fare quello che ho fatto, ma come ho già detto prima, a volte si agisce d’impulso. Io credo che ogni essere umano possa sbagliare, altrimenti non verrebbe definito «umano».
Ma credo anche che chiunque si meriti una seconda possibilità. È giusto pagare per i propri errori; anche se sono davvero dispiaciuta per quello che è successo.
Anzi, dispiaciuta non è la parola adatta, la parola esatta è pentita. Sono molto pentita per ciò che ho fatto, tornassi indietro non lo rifarei mai.
State parlando di «bullismo». Io non sono una bulla! Mi state facendo passare per quella che non sono! Mi sento uno schifo, anche se so che per la maggior parte di voi è giusto così.
Quello che sto passando io è sovrumano. È più di quanto ognuno di voi si possa immaginare. Mi state giudicando tutti, ma mi state giudicando per quello che non sono.
Non sono né una bulla, né una ragazza a cui piace fare del male alle altre persone. Ho sbagliato, lo so, e chiedo scusa a S.
Non chiedo la vostra comprensione, ma ci tenevo a farvi sapere che nonostante io abbia sbagliato, mi state facendo passare e sentire come una ragazza che ha ucciso.
Ognuno merita una seconda opportunità, a maggior ragione se si è capito l’errore commesso!