Corriere della Sera, 18 marzo 2015
Dall’inchiesta di Firenze sulle grandi opere emerge la pattuglia dei «rieccoli»: Antonio Bargone e Vito Bonsignore, ovvero l’ex deputato comunista e il dc in campo da 45 anni
Vito Bonsignore, che ha 71 anni, fa politica da almeno 45, quando divenne consigliere comunale della Democrazia cristiana a Venaria Reale, provincia di Torino, giunto lì da Bronte in Sicilia, per diplomarsi geometra. A Bronte è tornato nel 1992 per finanziare le vetrate della Chiesa del Sacro Cuore, con lapide: «Vito Bonsignore munifico donò».
Antonio Bargone, 67 anni, è in pista da 27, da quando fu eletto deputato del Partito comunista. Stefano Saglia, 44 anni, era poco più che ventenne nel 1995, quando entrò nel consiglio provinciale di Brescia, appena uscito dal Movimento sociale e assorbito in Alleanza nazionale. Rocco Girlanda, 49 anni, cominciò da consigliere comunale a Gubbio nel 1997, Cdu e poi Forza Italia.
Politici di lungo corso, che hanno attraversato l’era in cui c’erano la Dc e il Pci, Andreotti e Occhetto, e hanno talvolta mescolato la politica con gli affari. Sono indagati nell’inchiesta di Firenze sulle grandi opere. Bonsignore, Girlanda e Saglia appartengono a un mondo «di centro» nelle sue varie forme e hanno relazioni con il ministro Maurizio Lupi. Bargone viene dalla sinistra, è stato vicino a Massimo D’Alema. Nella casa di Testaccio di Nicola Latorre, segretario allora di Bargone (pugliesi entrambi), D’Alema cucinò un famoso risotto, poi replicato a Porta a Porta, e offrì a Di Pietro la candidatura nell’Ulivo.
Bargone «ripone piena fiducia nei magistrati» e chiede di essere subito sentito: «Non conosco tal Perotti Stefano» (l’ingegnere personaggio chiave dell’inchiesta). Assieme a Bonsignore è accusato di aver facilitato proprio Perotti nell’affidamento dei lavori dell’autostrada Orte-Mestre. «Accusa campata in aria», secondo Bargone, dato che «il progetto della Orte-Mestre è fermo da anni nelle spire delle procedure ministeriali: non ci sono lavori da affidare, perché li affiderà il concessionario solo quando sarà vincitore di gara e con gara europea». Anche Girlanda ha «piena e totale fiducia nella magistratura». È accusato di turbativa d’asta per il collaudo della piattaforma logistica del Porto di Trieste: «Sono pronto all’ergastolo – dice – ma l’Autorità portuale di Trieste ha appena chiarito che quella gara è stata chiusa senza che si sia svolta». Saglia è indagato per lo stesso episodio e per «traffico di influenze illecite», reato introdotto dalla recente legge Severino: si sarebbe fatto dare da Perotti una consulenza, «sfruttando relazioni con ignoti dirigenti di Eni spa». Dopo aver chiuso l’esperienza parlamentare, dice Saglia, «ho aperto un ufficio di consulenza per le aziende, ma non ho mai interceduto con funzionari Eni».
Dei quattro esperti politici indagati il più influente è senza dubbio Bonsignore. Democristiano andreottiano, fu sottosegretario al Bilancio nel governo Amato. Con la fine della Dc, scelse l’Udc di Casini, il Pdl di Silvio Berlusconi, e infine il Nuovo Centro Destra di Alfano e di Maurizio Lupi. È vicepresidente del Partito popolare europeo. Ma entra anche in una telefonata fra D’Alema e il presidente Unipol, Consorte, ai tempi della scalata alla Bnl. D’Alema lo chiama semplicemente «Vito». Bonsignore è stato dirigente della Società autostrade, consigliere dell’Istituto mobiliare italiano e imprenditore in proprio nei settori banche e autostrade. Da qui l’interesse per la Orte-Mestre.
Bargone nasce avvocato, e anche lui diventa uomo di autostrade, in particolare della «Tirrenica», che dovrebbe collegare Civitavecchia a Livorno. Bargone da dodici anni è presidente della Sat, concessionaria dell’autostrada (che da 45 anni non viene realizzata) ed è anche, dal 2009, commissario straordinario del governo per la realizzazione dell’opera, con sospetto conflitto di interessi. Bargone è stato sottosegretario ai Lavori pubblici nei due governi D’Alema e nel Prodi primo.
Rocco Girlanda ha avuto un percorso da Cdu a Forza Italia al Popolo della Libertà al Nuovo centro destra. Era sottosegretario di Lupi nel governo Letta e con il passaggio a Renzi Lupi è rimasto al suo posto e lo ha nominato consigliere per il Cipe. Saglia, rautiano e anticapitalista in gioventù, è approdato al Popolo della Libertà, sottosegretario allo Sviluppo economico nell’ultimo governo Berlusconi con il ministro Scajola. Esperto di energia. È tra i fondatori dell’intergruppo parlamentare sulla sussidiarietà, nato nel 2003 su iniziativa di Maurizio Lupi.
Il cerchio si chiude, spetta ai magistrati esibire le prove.