Corriere della Sera, 18 marzo 2015
Nonostante le pressioni, il ministro Lupi non si dimette (per ora). Le telefonate con Renzi, poi l’incontro nella notte. Gelo dal Pd. Mozione di sfiducia di M5S e Sel
Ci sono volute diverse telefonate fra Renzi e Lupi, diverse richieste di chiarimento da parte del premier e diverse risposte da parte del ministro, contatti ripetuti fino a un vertice notturno a Palazzo Chigi allargato ad Alfano. Tutte tappe di una vicenda che per il premier continua a essere in qualche modo aperta e che vede Renzi e il suo ministro su posizioni ancora distanti.
Lui, il ministro vicino a Comunione e liberazione, il potente capo di un ministero che dirige le Infrastrutture del Paese, sembra abbia traballato, sia stato stimolato a prendere in considerazione il passo indietro, che alla fine abbia deciso di tenere il punto: riferirà in Parlamento, è intenzionato a spiegare, al momento non vuole rassegnare le dimissioni.
Valutazioni che ieri il sottosegretario Graziano Delrio ha condiviso, ma solo sino ad un certo punto: «Non c’è nessun obbligo da parte del ministro» Lupi di dimettersi. Ma «è chiaro che ci sono valutazioni politiche, che la cosa è oggetto di una valutazione complessiva che si sta facendo in queste ore e credo che una valutazione da parte del ministro sia in corso. Stiamo ai fatti, Lupi non è indagato e le circostanze non sono tutte di nostra conoscenza. Ad oggi nessuno di noi può assumere, senza maggiore contezza delle carte, una decisione di questo tipo. Poi sta al singolo decidere».
In Parlamento, anche in seno al Pd, circolano però già i nomi di possibili sostituti, persino quello di Cantone, il presidente dell’Autorità anticorruzione. Intanto Lupi avrebbe confermato la sua presenza oggi a Milano per un evento alla Fiera di Rho e questo mentre Sel e M5S presentano alla Camera una mozione di sfiducia. Diversa la posizione della Lega Nord: «Ci sono responsabilità politiche del governo. Non facciamo favori a Renzi e ad Alfano, andando a colpire solo Lupi. Prima vogliamo ascoltare il ministro e poi decideremo. Intanto presenteremo una mozione di sfiducia nei confronti di Alfano». Riassume Matteo Salvini: «Lupi non può più fare il ministro, comunque vada a finire questa vicenda».
Non è tenero nemmeno il Pd, con il suo presidente, Matteo Orfini: «È evidente che Lupi debba chiarire alcuni aspetti, sono certo lo farà, soprattutto nel rapporto con il premier. Ci sono cose che destano inquietudine e preoccupazione. Si devono chiarire alcuni aspetti, poi le valutazioni». Insomma il giudizio nel governo è sospeso, mentre Beppe Grillo attacca in questo modo: «Lupi deve dare spiegazioni, dimettersi e restituirci fino all’ultimo centesimo dei quattrini».