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 2015  marzo 17 Martedì calendario

In Italia le pene sono più severe che in Europa. Persino in Gran Bretagna la reclusione delle quotate per il falso in bilancio si ferma a sette anni

Alla fine, con il testo finalmente disponibile, è possibile una valutazione del “nuovo” falso in bilancio anche in una prospettiva di confronto internazionale. Sul piano delle sanzioni la proposta del governo si conferma (rispetto alla bozza sinora circolata) assai severa. La pena, e stiamo facendo riferimento alle quotate, di 8 anni di reclusione nel massimo non è prevista attualmente dai principali ordinamenti europei. Neppure nel Regno Unito, peraltro, patria della City e mercato finanziario certo non confrontabile al nostro, si va oltre un tetto di 7 anni per reprimere le false comunicazioni sociali. La Germania si colloca nettamente al di sotto, con 3 anni, mentre la Francia con 5 si piazza a mezza strada. Naturalmente è una graduatoria, come tutte, assai discutibile, visto che, per quanto riguarda l’Italia, si potrebbe fare riferimento alla triste specificità di una criminalità anche finanziaria di dimensioni rilevanti.
Tuttavia, la riforma, se si prendono in considerazione anche altri elementi, ci avvicina senza dubbio a un quadro di compatibilità europea. A partire dalla cancellazione delle soglie che assicurano tuttora un’area di totale irrilevanza penale. Adesso, invece, con l’eccezione delle piccolissime società (dove gli stessi livelli di attivi e ricavi sono assai bassi), delle condotte illecite resterà comunque traccia. Anche quando verrà, semmai, applicata la nuovissima causa di non punibilità per tenuità del fatto: in questo caso infatti, visto che si tratta pur sempre di un accertamento di responsabilità, a carico dell’interessato l’archiviazione sarà riportata dal casellario, evitando quella cancellazione anche di condanne già passate in giudicato per effetto dell’intervento del 2002.
La disciplina italiana, per come ne esce dopo l’emendamento, si qualifica come tutto sommato attenta a un’altra specificità nazionale, la presenza di un tessuto diffuso di imprese medie e piccole: avere stabilito sanzioni più lievi, cosa non sempre prevista in Europa, rappresenta un altro aspetto da segnalare.
La stessa natura del reato, che non richiede più come ora, almeno in alcuni casi, la necessità del danno, accorcia le distanze con il diritto penale dei principali Paesi Ue, nei quali il falso in bilancio è considerato reato di pericolo. Conserviamo ancora, quanto agli autori, la fisonomia di reato proprio, a differenza di Regno Unito, Germania e Francia. Nel senso che in questi Paesi il delitto può essere commesso da chiunque, mentre anche con la correzione della Giustizia, in Italia il falso può essere realizzato “solo” da amministratori, direttori generali, dirigenti preposti, sindaci e liquidatori.