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 2015  marzo 17 Martedì calendario

Tre anni a contributi zero: così l’impresa risparmia fino a 24.180 euro a lavoratore

 Tre anni a contributi zero e senza distinzioni di età, titolo di studio, qualifica e provenienza geografica. Il bonus occupazione varato dal governo Renzi con l’ultima legge di Stabilità piace molto agli imprenditori perché è generalizzato e superconveniente: l’impresa può risparmiare fino a 8.060 euro l’anno per tre anni per ogni nuovo assunzione a tempo indeterminato effettuata nel 2015. E i vincoli – questa è la differenza sostanziale rispetto alla versione varata dal governo Letta, che invece è stata un flop – sono praticamente inesistenti. Del bonus, tecnicamente chiamato esonero, possono usufruire tutti i datori di lavoro privati (imprenditori, associazioni, studi di professionisti, cooperative, partiti politici e sindacati), senza differenziazione geografica e distinzione di settore produttivo (vi rientra anche l’agricoltura). Nel vasto universo dei datori di lavoro privati (la norma non vale per la pubblica amministrazione) sono esclusi solo quelli domestici (colf e badanti).
Unico neo: la copertura finanziaria. Nel 2015 la misura ha a disposizione un miliardo (previsto ad hoc dalla legge di Stabilità) e 900 milioni (stanziati per altri due incentivi che l’attuale decontribuzione fa decadere: stabilizzazione di apprendisti e assunzione di disoccupati di lunga durata). Se i ritmi continueranno come quelli annunciati ieri dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, già da settembre il fondo potrebbe ritrovarsi a secco. A maggior ragione nel caso in cui la ripresa dovesse diventare più visibile. Stesso discorso per il biennio successivo per il quale il governo per ora ha stanziato un altro miliardo all’anno.
GIÙ I COSTI
Su tutte le nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2015, quindi, i datori di lavoro possono usufruire dell’esonero del versamento dei contributi previdenziali a loro carico. Il lavoratore non avrà nessun danno dal punto di vista del calcolo della futura pensione (i contributi gli verranno accreditati figurativamente), l’impresa invece potrà risparmiare fino a 8.060 euro all’anno (il tetto massimo mensile è di 671,66 euro) per i primi tre anni di assunzione: se il rapporto di lavoro quindi non si interrompe prima, alla fine del periodo l’impresa avrà risparmiato fino a 24.180 euro per ogni nuovo assunto nel 2015. Premi e contributi Inail devono essere invece interamente versati.
Pochissimi, come accennato, i vincoli che di fatto sono stati introdotti per evitare atteggiamenti poco ortodossi, tipo finti licenziamenti e poi riassunzioni. Si inquadra in questo contesto l’esclusione dal bonus dei lavoratori che nei 6 mesi precedenti l’assunzione sono stati occupati a tempo indeterminato presso un qualunque altro datore di lavoro. Per il resto il bonus riguarda tutti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (anche part time o di somministrazione) per qualunque ruolo o qualifica (compresi funzionari e dirigenti, per i quali saranno versati solo i contributi eventualmente eccedenti il tetto di 8.060 euro l’anno). Sono, invece, esclusi i lavori a chiamata (anche se a tempo indeterminato), l’apprendistato e il lavoro domestico.
Nessun problema se l’azienda negli ultimi mesi ha ridotto l’organico, mentre invece non sono ammesse le imprese che hanno in corso provvedimenti di cassa integrazione a meno che l’assunzione non serva ad avere professionalità diverse. Il bonus va a sostituirsi agli incentivi previsti ( d’altronde è più conveniente) per le assunzioni dei disoccupati di lunga durata, ed è invece cumulabile con altre agevolazioni: quella per l’assunzione dei lavoratori disabili e dei giovani genitori; quella per chi assume persone che fruiscono dell’Aspi; quella prevista per il programma Garanzia giovani.