Libero, 17 marzo 2015
L’ora legale che divide l’America. L’Alaska vuole abolirla, la Florida invece vorrebbe mettere le lancette avanti per tutto l’anno e altri nove Stati vogliono ridiscutere l’Uniform Act, la legge del ’66 che stabilisce lo Standard Time
Negli Stati Uniti quella che noi chiamiamo Guerra di Secessione preferiscono definirla più modestamente Guerra Civile. The Civil War. Ma il sanguinoso conflitto che si combatté tra 1861 e 1865 per la schiavitù non fu in realtà né la prima, né l’ultima minaccia separatista all’unità Usa, anche perché almeno un americano su cinque è convinto che il proprio Stato debba conservare sempre il diritto di principio di recuperare a propria indipendenza. Dopo il movimento del Massachusetts del 1807-08 contro la guerra commerciale all’Inghilterra, quello del 1836-44 in cui furono invece gli oltranzisti dell’anti-schiavismo a chiedere la separazione dal Sud, la serie di nuovi gruppi indipendentisti che sono cresciuti in particolare dopo il 2006 e soprattutto in Stati come Alaska, Hawaii, California, Georgia, Texas, New Hampshire, South Carolina e Vermont, adesso un bizzarro neo-secessionismo sta nascendo attorno al Daylight saving time. Quella che noi chiamiamo “ora legale”. In realtà, per le loro dimensioni gli stati Uniti non possono avere un’ora comune, e considerando anche le dipendenze da ovest a est arrivano ad avere addirittura 8 fusi orari diversi: dalla mezzanotte di Midway e Samoa Americane alle sette di Porto Rico. Ma l’Uniform Act, legge federale del 1966, stabilisce che lo Standard Time, cioè l’Ora Solare, sia in vigore da novembre a metà marzo. Dopo di che, ogni fuso orario dovrebbe scattare in avanti di un’ora. Ma in nome del rispetto del Diritto degli Stati si concede l’opting out, cioè la possibilità di mantenere l’ira solare sempre. E due Stati lo hanno fatto: l’Arizona e le Hawaii. Curiosamente, però, all’interno dell’Arizona l’ora legale è invece seguita dalla riserva Navajo: la gente di Tex Aquila della Notte, che preferisce affermare la propria autonomia anche cronologica dal più vicino governo statuale di Phoenix che non da quello di Washington. Ma altri Stati stanno adesso discutendo di indipendenza dell’ora, e curiosamente molti di questi sono proprio quelli dove sono più forti i gruppi indipendentisti. L’Alaska, ad esempio, dove la scorsa settimana il Senato locale ha approvato una legge per mettere fine all’entrata in vigore dell’ora legale. L’ha presentata una repubblicana, curiosamente combattuta fino all’ultimo da un’ala del suo steso partito. All’estremo opposto, politico, geografico e climatico, in Florida è stato presentato un Sushine Protection Act che invece vorrebbe tenere le lancette avanti di un’ora tutto l’anno. Misure del genere, in un senso o nell’altro, sono state presentate, o sono in elaborazione in Idaho, Illinois, Michigan, Missouri, New Mexico, Oregon, Texas, Utah e Washington. In questo ultimo stato della costa occidentale si è svolto negli anni sessanta anche un referendum per sancire l’adesione all’alternanza, ma ora varie proposte di legge chiedono di rimanere tutto l’anno con l’ora solare. Anche le proposte in discussione in Oregon e Missouri prevedono che siano gli elettori a decidere con un referendum se spostare o meno le lancette in futuro. UNIFORM ACT L’Uniform Act è una legge federale del 1966 che tra le altre cose stabilisce che lo Standard Time, cioè l’Ora Solare, sia in vigore da novembre a metà marzo. Dopo di che, ogni fuso orario dovrebbe scattare in avanti di un’ora in ogni singolo Stato GLI STATI Divesrsi Stati si sono opposti a tale uniformità proponendo che ognuno scelga o meno se applicare l’ora legale. Tra questi l’Idaho, Illinois, Michigan, Missouri, New Mexico, Oregon, Texas, Utah e Washington. Per ultimi l’Alaska che chiede di eliminarla del tutto, e la Florida, che chiede invece che l’ora legale sia attiva tutto l’anno