La Stampa, 16 marzo 2015
Fazzoletti, se la stoffa è meglio della carta. Storia di una pezza di tela che serviva prima a pulire il viso, poi il naso e che è finita sulle nostre tavole
Nonostante tutto il fazzoletto di stoffa non è scomparso. Venti anni fa s’ipotizzava che la produzione di fazzoletti di carta a doppio velo avrebbe reso obsoleto quest’oggetto che ci accompagna da qualche secolo. Antigenico, da lavare e poi stirare, il fazzoletto tradizionale negli Anni Ottanta e Novanta aveva lasciato il posto ai pocket di Tempo e Kleenex. Nato a Roma in ambito sacro, come strumento che svolgeva un ruolo nelle funzioni e nelle cerimonie religiose, il fazzoletto di tessuto è passato nei riti cristiani, sotto forma di porzione minuscola di stoffa o panno. I fazzoletti secolari appaiono in Europa solo nel Medioevo.
La stessa parola non è altro che un diminutivo: fazzuolo è una pezza di tela con cui ci si puliva il viso. Lo si trova a Venezia nel 1270, frutto della civiltà italiana, come fazolus, che deriva da «faccia»; ma c’è anche chi sostiene che sia originato da una parola e da un oggetto d’uso longobardo, poco probabile. Nel Cinquecento circolava la parola «moccichino», un toscanismo, per indicare il medesimo oggetto, che serve a detergere il naso; lo si conosce anche come un grande quadrato di seta, o tessuto, usato per coprirsi la testa, come attesta Matteo Bandello, vescovo e scrittore. Sembra che la prima menzione nella lingua inglese sia del 1384, usato da re Riccardo II per «purgarsi il naso»; questo sovrano sarebbe stato l’inventore del fazzoletto da taschino. La maggior parte delle persone all’epoca per pulirsi il naso usa le mani, i più raffinati maniche o tovaglie della tavola. Comincia da qui quella che Norbert Elias ha chiamato la «civiltà delle buone maniere», che ha nel fazzoletto e nelle posate i suoi strumenti d’affinamento. La borghesia mercantile ha cominciato a usare il fazzoletto dal XVIII secolo.
La produzione della versione di carta avviene solo all’inizio del Novecento. La tedesca Tempo sorge nel 1920, ma l’oggetto c’era già da qualche decennio. Sono oramai tre secoli che il gesto di soffiarsi il naso ha assunto un significato nell’ambito dei comportamenti in pubblico. I costi delle confezioni hanno provocato un ritorno al fazzoletto tradizionale, nonostante i vantaggi della carta usa e getta. Forse proprio questo slogan – «usa e getta» – ha nuociuto alla versione di carta. Di sicuro il fazzoletto in generale ha perso, alla pari del ventaglio e dei guanti, importanza nella ritualità di posture e gesti. Certo, se Desdemona avesse usato i Kleenex, il suo destino sarebbe stato diverso, probabilmente più fausto.