La Stampa, 16 marzo 2015
L’Lsd può aiutare i malati terminali ad accettare la loro condizione. Secondo alcuni studi la droga psichedelica non darebbe dipendenza né problemi di salute, inoltre può curare gli alcolizzati
Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore, cantavano i Beatles negli anni Sessanta, e magari anche un po’ di LSD, nonostante abbiano sempre negato che «Lucy in the Sky with Diamonds» fosse in realtà un inno all’acido allucinogeno. Ebbene a quasi cinquant’anni dell’uscita di «Sgt. Pepper’s», e a quaranta dall’inchiesta della Rockefeller Commission del Congresso americano, che aveva rivelato gli esperimenti compiuti dalla Cia con il Lysergic Acid Diethylamide, il pendolo della ragione sembra oscillare nuovamente verso di loro e lontano dal presidente Nixon, che aveva decretato il divieto assoluto di questa droga nel 1970.
Gli studi scientifici sulle sostanze psichedeliche si stanno moltiplicando in tutto il mondo, e i risultati finora sono tutti positivi. Tanto per cominciare, la Norwegian University of Science and Technology ha analizzato centinaia di persone che hanno usato LSD e psilocybin, l’elemento attivo dei funghi allucinogeni, arrivando alla conclusione che non provocano problemi di salute mentali o dipendenza. Poi in Svizzera, Gran Bretagna e Stati Uniti, sono state condotte varie ricerche che dimostrano l’utilità di queste sostanze per aiutare i malati terminali ad accettare la loro condizione, e persino curare gli alcolizzati. Esperimenti seri sono in corso in università affidabili e prestigiose come Johns Hopkins, New York University, UCLA, Imperial College a Londra e Università di Zurigo
Significati «politici»
Per gli addetti ai lavori non è sorprendente. Quando nel 1938 Albert Hofmann aveva sintetizzato l’LSD dall’ergotamine, l’aveva fatto per la casa farmaceutica svizzera Sandoz, nella speranza di scoprire applicazioni terapeutiche. Quasi duemila studi ufficiali erano stati condotti su questa sostanza, inclusi quelli famosissimi di Timothy Leary ad Harvard, senza contare quelli segreti. Poi però l’acido era passato nella controcultura e si era caricato di significati politici. Rappresentava l’antitesi della responsabilità richiesta all’uomo occidentale produttivo, e stimolava esperienze spirituali poco ortodosse. Quindi era stato vietato, nonostante la contraddizione di lasciare invece quasi completamente libero il consumo dell’alcool.
Ora il clima sta cambiando, però. Stato per Stato, gli Usa procedono verso la legalizzazione delle droghe leggere, e questa nuova mentalità ha favorito anche gli scienziati che vogliono riprendere in mano lo studio delle sostanze psichedeliche. Di sicuro gli effetti sono già stati positivi sui malati terminali di cancro, che grazie anche ad una sola esperienza allucinogena controllata sono riusciti ad uscire dal proprio corpo, vedere oltre il loro destino terreno e accettarlo. Sono ricerche appena cominciate, ma destinate a moltiplicarsi