Corriere della Sera, 16 marzo 2015
L’indignazione di Stefano Gabbana: «Domenico ha le sue idee, crede nella famiglia classica. Questi sono attacchi fascisti»
«Noi due abbiamo sempre vissuto la nostra sessualità privatamente, non abbiamo mai gridato. Adesso ci mettono in bocca parole non nostre: saremmo contrari alle adozioni gay. Non è vero. Domenico ha semplicemente espresso la sua opinione sulla famiglia tradizionale e sulla fecondazione assistita. Altri fanno scelte diverse? Liberissimi. Ma noi pretendiamo lo stesso rispetto».
Stefano Gabbana, cosa ha pensato quando ha letto il commento di Elton John su Instagram e l’hashtag #boycottdolcegabbana?
«Non me l’aspettavo. Non me l’aspettavo da una persona che ritenevo – sottolineo: ritenevo – intelligente come Elton John. Ma come? Predichi comprensione, predichi tolleranza, e poi aggredisci? Tutto perché qualcun altro la pensa in modo diverso da te? E questo sarebbe un modo democratico di ragionare? Illuminato? È un ignorante, nel senso che ignora che esistono pensieri diversi dal suo ugualmente degni di rispetto».
L’ha sentito, dopo?
«Inutile, quello è un modo autoritario di vedere le cose: se sei d’accordo con me bene, altrimenti ti attacco. E glielo ho scritto, nei commenti di Instagram: fascista».
E l’hashtag #boycotteltonjohn che ha postato nei commenti?
«Ma no, al di là dell’irritazione momentanea per un attacco del genere, sarebbe ridicolo. Ti piacciono le canzoni di qualcuno o non ti piacciono. Non è che io quando vado dal fruttivendolo prima mi accerto se le sue idee sulla fecondazione in vitro siano in sintonia con le mie: guardo se la verdura è fresca. Tutta questa campagna è nata online, sul nulla, mettendoci in bocca parole non nostre per volontà di un gruppo di attivisti gay in malafede e poi si è allargata. Noi non boicottiamo e non boicotteremo nessuno. Come dire, quelli che vanno allo stadio non per divertirsi ma per insultare gli avversari: che senso ha? Assurdo».
Dopo quell’intervista vi aspettavate qualche reazione?
«È successa una cosa strana: l’intervista non l’ha letta nessuno perché altrimenti basterebbe leggerla in buona fede per vedere che non c’è nulla dietro questo baccano. Semplicemente, viene usata come pretesto per metterci in bocca cose che non abbiamo detto. Noi siamo per la libertà: ognuno faccia le scelte che vuole. Domenico ha delle idee, ha fatto delle scelte. Elton John ne ha fatte altre. Scelte diverse, vite diverse. Stesso rispetto. Però vedo che ci sono, specialmente in Rete, anche i gay omofobi: quelli che offendono altri gay che esprimono idee diverse».
Alla domanda «Avreste voluto essere padri?» lei ha risposto «Sì, io un figlio lo farei subito», Domenico invece «Sono gay, non posso avere un figlio».
«Ecco, è tutto qui. Domenico ha detto che preferirebbe la famiglia classica, è la sua opinione. Non è a suo agio con la fecondazione assistita, è il suo imprinting tradizionale siciliano. Io la vedo diversamente da lui. Nel rispetto reciproco».
Questo boicottaggio avrà conseguenze sulle vendite?
«Forse – sorride – perderemo qualche fan di Elton John, forse guadagneremo qualche mamma, chi lo sa...».