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 2015  marzo 14 Sabato calendario

Il Papa torna a occupare la ribalta annunciando: un Giubileo straordinario a partire da questo Natale e fino al novembre dell’anno prossimo; la sensazione (solo la sensazione, dice lui) che il suo pontificato sarà breve

Il Papa torna a occupare la ribalta annunciando: un Giubileo straordinario a partire da questo Natale e fino al novembre dell’anno prossimo; la sensazione (solo la sensazione, dice lui) che il suo pontificato sarà breve.

Io partirei da questa seconda cosa, anche se, chiaramente, il Giubileo è un fatto enorme.
Francesco ha dato un’intervista a Valentina Alazraki, della tv messicana Televisa. Intervista chiesta in occasione dei due anni dal Conclave che l’ha eletto, con una quantità di spunti, ma quello più clamoroso riguarda la durata del suo pontificato. «Quattro o cinque anni. Non lo so, o due, tre. Ben due sono passati da allora. È come un piccolo, vago sentimento. Una sensazione». Potrebbe ritirarsi per questioni di età, così come ha fatto Benedetto XVI?, chiede a questo punto l’intervistatrice. E Francesco risponde di non pensare alle dimissioni. «Il papato è una grazia speciale».

• Dunque, ci sono problemi di salute.
Non corra. Certo, questioni di salute devono esserci. Oltre tutto, dal quel primo giorno del 2013, il Papa s’è appesantito, ha preso una quindicina di chili. E nel 2016 compirà 80 anni. Ma perché dare un annuncio così enorme? Forse è l’ennesima forma di understatement di questo pontefice che grida e nello stesso tempo fa professione di umiltà, di modestia, anche in questa intervista se la prende con la corte di Roma («l’ultima rimasta al mondo») e però ammette che viaggiare gli costa fatica, «non mi piace viaggiare». In settembre andrà a Filadelfia.

• Veniamo al Giubileo. Intanto: che cos’è?
Giubileo, o anno santo. Era una tradizione ebraica: gli ebrei tenevano un giubileo ogni cinquant’anni, annunciandolo con trombe fatte di corno di montone chiamate “jobel”. Nel XXV Libro del Levitico leggiamo: «L’anno cinquantesimo sarà per voi un giubileo: non seminerete, non mieterete le biade nate dopo il raccolto dell’anno, né vendemmierete l’uva della vite non potata: poiché è un giubileo, sarà per voi una cosa sacra». Nell’anno del jobel, ogni israelita tornava in possesso della terra dei padri (se era stato costretto a venderla per bisogno), i debiti venivano cancellati, gli schiavi liberati. I papi si impossessarono di quella tradizione, a partire da Bonifacio VIII e dal famoso giubileo del 1300. All’inizio si mutuò anche la tradizione dei 50 anni, ridotti a 25 dal 1475. S’è poi ammesso che possano esserci dei giubilei speciali, che cadono tra un venticinquennale e l’altro, per ragioni particolari. Wojtyla ne indisse uno nel 1983. Ora c’è questo del 2016, messo in mezzo tra quelli, regolari.

• Come si giustifica questa iniziativa straordinaria?
Il Papa l’ha annunciata ieri, nel corso del rito penitenziale nella Basilica di San Pietro. «Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della Misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare a ogni persona il vangelo della Misericordia». Perché «nessuno può essere escluso dalla Misericordia di Dio — ha proseguito il Pontefice — tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono». Il Giubileo, infatti, comincia con l’apertura della Porta Santa (un miliardo e mezzo di spettatori davanti alla tv 15 anni fa).

• C’è una qualche connessione con la crisi?
Credo di sì, anche se capiremo meglio nei prossimi giorni. Il Giubileo, stimolando tanti pellegrini a muoversi dai loro paesi per venire a Roma, e spingendo l’Italia e la sua capitale a organizzarsi per l’accoglienza, può dare un contributo importante allo sviluppo. Senta che cosa scriveva l’Istat tirando le somme del 2000: «Il prodotto interno lordo (pil) è aumentato del 2.9%, e il suo rapporto col deficit è sceso all’uno e mezzo per cento (nel 1999: 1.8%; nel 1985: 14.7%). Nello stesso anno, la pressione fiscale è sensibilmente diminuita, passando dal 43% del pil del 1999 al 42.4%. In calo anche il rapporto tra debito pubblico e pil, passato dal 114.5% del 1999 al 110.3% del 2000. L’occupazione è in crescita (+1.5%), e anche il reddito medio dei lavoratori dipendenti è aumentato del 4,5%. I consumi interni, anche grazie al grande afflusso di stranieri in occasione del Giubileo, sono cresciuti del 3.3%...».