Il Sole 24 Ore, 13 marzo 2015
Uomo prudente ma capace di improvvisi colpi d’ala, il Governatore della People’s Bank of China Zhou Xiaochuan lo dice per la prima volta: il tabù del tetto ai tassi di interesse potrebbe saltare entro l’anno
Uomo prudente ma capace di improvvisi colpi d’ala, il Governatore della People’s Bank of China Zhou Xiaochuan lo dice per la prima volta: il tabù del tetto ai tassi di interesse potrebbe saltare entro l’anno. C’è da crederci, anche perché Zhou sta preparando il terreno: entro giugno i depositi bancari, dopo un lungo studio di fattibilità, potranno contare sulla sospirata copertura assicurativa. Oggi garantisce lo Stato cinese, domani, con i tassi in balia dei mercati internazionali bisognerà introdurre una clausola di salvaguardia per la clientela.
Si conosce il livello di copertura massima ipotizzato, 500mila yuan, perché è emerso che quasi la totalità dei depositi cinesi è sotto questa cifra.
Il Governatore Zhou Xiaochuan scioglie così un nodo cruciale per la riforma monetaria della Cina in vista dell’apertura ai mercati e lo fa durante l’unico momento pubblico di cui dispone in un anno intero: la conferenza stampa delle due sessioni del Congresso nazionale del Popolo, l’Assise parlamentare che si chiude domenica prossima.
Niente più tagli ai tassi, dunque, ma un possibile, radicale, intervento sul tetto. Tra novembre e marzo People’s Bank ha già tagliato i tassi per due volte dopo due anni di letargo, quello dei prestiti a un anno è a quota 5,35, quello sui depositi a 2,5. Ha tagliato anche i ratios, le riserve bancarie obbligatorie, per liberare ulteriore liquidità al di là dei soliti canali utilizzati a scadenze ritmate.
Tutti passi motivati dalla situazione economica sempre più in frenata, mercoledì la produzione industriale anno su anno è crollata, nei primi due mesi del 2015 la situazione sembra ancora più nera. I nuovi prestiti hanno rallentato il passo, le vendite delle nuove case pure con effetti negativi sul mercato immobiliare e a cascata sulle materie prime legate alle costruzioni. E tutto ciò mentre l’inflazione continua a calare pericolosamente sventolando lo spettro di una deflazione che farebbe implodere la Cina.
Con le aspettative di crescita economica fissata dal premier Li Keqiang nel suo discorso di apertura al Congresso al 7%, il Governatore ostenta una calma serafica, e definisce non drammatica la situazione di nuova normalità, il «new normal», il nuovo slogan di Pechino, non è una situazione eccezionale, ma la situazione in cui la Cina vive oggi e che servirà a fare le grandi riforme, inclusa quella sui tassi. Zhou Xiaochuan, infatti, ha bene in mente la strategia di internazionalizzazione della moneta cinese, un altro elemento fondamentale per aprire la Cina ai mercati. L’ha perseguita in questi mesi con grande pervicacia, seguendo i vertici del Paese nei viaggi in mezzo mondo là dove c’era da siglare uno swap o un clearing in renminbi.
Quando nella conferenza stampa fa capolino la manovra di riassetto dei Special Drawing Rights che il Fondo monetario dovrà realizzare, dice con orgoglio che il renminbi farà la sua parte e anzi la sua presenza nell’operazione valorizzerà l’intero assetto monetario internazionale.